Se amate i dischi semi-acustici, se ricercate la semplicità e la purezza delle atmosfere, se vedete nella musica un pretesto per rilassarvi, questo disco probabilmente è per voi. Se al contrario puntate alla complessità delle trame, alle pulsazioni energiche e alla perfezione della produzione, dimenticatevi tranquillamente di "Purelake". Fabio Antonelli, ex Art & Illusion e mente del progetto MINDFLOWER, cammina alla ricerca del "Lago Puro", di un'isola di pace da offrire a chi vuol abitarla con lui. Anche se la direzione è quella giusta, la meta appare tuttavia ancora assai lontana, nonostante le qualità messe in mostra facciano ben sperare. Ciò accade in special modo quando Fabio imbraccia la sua chitarra acustica alla maniera di Steve Hackett, liberandola dagli effetti che spesso l'appesantiscono. Altrove, invece, si rischia davvero di perdere l'orientamento, in particolare quando i MINDFLOWER cercano di fare new-prog senza avere i mezzi per farlo; episodi quali "Lightbox", "Empty shadows around me" e "The nowhere poem" (complici anche alcune trame vocali non impeccabili) sono davvero da dimenticare. Esortiamo quindi la band a proseguire nella direzione tracciata con le composizioni più acustiche e delicate, ("In it", "Sitting", o i brevi frammenti acustici), sicuramente la più congeniale per i MINDFLOWER. C'è da dire per concludere che se fosse uscito 5 o 6 anni fa, quando ancora eravamo abituati a queste produzioni povere ma sincere, nelle quali l'onestà dell'ispirazione riusciva a sopperire alla carenza di mezzi adeguati, questo CD avrebbe probabilmente ottenuto una recensione positiva. Oggi "Purelake", così come una larghissima fetta degli attuali album progressivi, non può però che impallidire di fronte alla maggiore professionalità di altre produzioni.