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MIRROR SNAKE Mirror snake Stone Turtle Productions 2007 USA

La Bay area era famosa nella metà degli anni 80 e nell’inizio dei 90 per i gruppi thrash metal che spuntavano come funghi. Evidentemente negli ultimi tempi le cose sono cambiate, perché da Oakland oggi vengono fuori questi Mirror Snake che ci presentano una proposta musicale anacronistica ma in un certo senso molto accattivante.
E’ infatti da considerare anacronistico un gruppo che, nel 2007, ha tra le sue influenze: Hawkwind, MC5, Stooges, Blue Cheer, Led Zeppelin, Black Sabbath, Captain Beyond, Monster Magnet, The Doors, Led Zeppelin e Steppenwolf. Capite già da soli che di rock progressivo classico non ci sono tracce, ma se amate i suoni sporchi, rozzi, acidi e cattivi questo è il gruppo che fa per voi: 12 tracce per mezz’ora di musica bella psichedelica.
I ritmi sono concitati, pochi spazi per gli assolo che, quando sono presenti, risultano semplici e diretti. La chitarra ritmica, distorta ma non troppo, è lo strumento predominante. Riff come quelli presenti in “Under the Hill, over the sun” ci fanno ripiombare in quelle atmosfere da garage fumoso insieme agli amici, quando si tentava di rifare i classici e di imitare Toni Iommi. “Bring back tomorrow” sembra una canzone dimenticata in qualche cassetto da Jimmy Page e Robert Plant mentre registravano Led Zeppelin III e scovata miracolosamente da questi ragazzi. ”Stop Motion city” ci ricorda tanto i Doors. L’alternanza delle voci tra uomo e donna nei brani non risulta sgradevole, anche se a volte il cantato maschile lascia a desiderare.
Questo lavoro scorre in maniera veloce e in maniera non banale. Dischetti di allumino come questo servono a ricordarci che per fare musica “diversa” dal solito e quindi progressiva nel senso ampio del termine, non serve necessariamente fare un disco doppio o triplo e superare i 35 minuti a pezzo. Un disco che ti fa ripiombare indietro di 30 anni, ma in un modo diverso dal solito. Fa pensare che per questo tuffo nel passato il gruppo abbia optato per una copertina modernissima creata dal computer con i frattali, incorniciata ai bordi da 72 occhi che ti guardano inquietanti...tanta modernità per musica datata, semplice e non banale.
Speriamo che altri seguano questa strada.

 

Antonio Piacentini

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