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MALAAVIA Vibrazioni liquide Multiforce - Contamination 2008 ITA

A quattro anni di distanza dall’esordio “Danze d’incenso” si riaffacciano sul mercato discografico i Malaavia confermando tutte le buone impressioni e le qualità già mostrate nel primo album. Rinnovata la line-up, che vede ora, accanto al bassista e cantante Pas Scarpato, Joe La Viola ai fiati, Helèna Biagioni alla voce, Jacov Leone alla batteria, Fabrizio Garofoli e Sebastiano Mazzoleni alle tastiere e il giornalista e scrittore Donato Zoppo alla voce recitante, e segnalata anche la presenza di numerosi ospiti, i Malaavia non cambiano direzione stilistica. La loro musica si presenta anche stavolta come un caleidoscopio variopinto in cui si punta su composizioni finemente arrangiate, dove emergono sia l’amore per il progressive di matrice sinfonica, sia la voglia di colpire con melodie orecchiabili, ma non banali e prevedibili e senza mai dimenticare un forte spirito di contaminazione, attraverso elementi folk, jazz e suggestioni orientaleggianti. Anche il modo di comunicare è molto colorato: i testi, che sono principalmente in italiano, presentano anche spunti in inglese, napoletano, ebraico e latino, e sono molto ricercati, al punto da prestarsi a diverse interpretazioni, tra riferimenti alle religione ed inni alla libertà. La professionalità della band si manifesta in ogni momento, per la minuziosa cura di ogni particolare ed anche grazie alla pulizia sonora. Le composizioni presenti nel cd sono tutte ben costruite e la dinamica che ne viene fuori è praticamente perfetta: si passa da soluzioni strumentali più “tipicamente” progressive a melodie vocali e orecchiabilità che evidenziano una vena più pop; il sound è generalmente caldo e vivace, ma pure ci sono episodi in cui si rallenta e vien fuori qualcosa di più riflessivo. Il tutto senza avvertire la benché minima forzatura. Forse è proprio questa la forza dei Malaavia; forza rappresentata da una grande capacità di coinvolgimento e dalla sensazione di una compattezza totale nonostante la loro espressività multiforme. Due i pezzi da novanta da citare assolutamente. Innanzitutto l’incipit “Deus dementat?”, strumentale di oltre cinque minuti che si apre con melodie affascinanti, a cavallo tra il misticismo orientale e la tradizione napoletana, con fiati e chitarre a dettare temi conturbanti prima di uno sviluppo più rock che non perde in eleganza. L’altro momento clou è invece la suite finale in cinque movimenti “Stati superiori”, in cui i Malaavia si esibiscono in uno straordinario rock sinfonico, con tutti i crismi del genere, tanto buon gusto e splendide intuizioni: scenari maestosi guidate da tastiere dai timbri vintage, magici interventi di oboe, romanticismo fiabesco che rimanda anche ai Camel, cambi di tempo e di atmosfera continui, ottimi momenti cantati e tanti altri brividi emozionanti. Poco altro da aggiungere: bella conferma; se avete già apprezzato il debutto dei Malaavia rimarrete pienamente soddisfatti anche da “Vibrazioni liquide”.



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Peppe Di Spirito

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