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MANGROVE (SVE) Endless skies Transubstans 2009 SVE

È incredibile quanti gruppi interessati al grezzo hard rock ci siano in Svezia. Ed è incredibile che la Transubstans non se ne faccia scappare uno.
I Mangrove (da non confondere con i newproggers olandesi) sono l'ennesimo gruppo che sembra uscito dagli inizi degli anni 70 e teletrasportato in un panorama di appassionati che purtroppo non renderanno merito al loro valore.
La formula è sempre quella che ha reso famosa la Trasubstans, aspetto che a questo punto potrebbe essere considerato un limite per questi ragazzi vista la pressoché omogeneità delle varie uscite dell’etichetta svedese. A loro favore possiamo assicurare che rispetto al classico gruppo che si rifà all'hard rock anni 70, i Mangrove suonano alle nostre orecchie in maniera più moderna.
Il periodo grunge (che comunque in ambito rock non ha inventato proprio un bel niente) infatti non è del tutto sconosciuto ai Mangrove e questa caratteristica non guasta per niente all'interno dell'economia musicale del combo svedese, il quale riesce a proporci aperture sonore che non dispiacerebbero per niente neanche ai ragazzi che oggi vivono di pane e Soundgarden.
La formazione a tre non lascia comunque molto spazio alla fantasia, ci troviamo di fronte ad un rock nudo e crudo, diretto, senza fronzoli ed è incredibile nella sua anacronisticità come gli svedesi riescano nel 2009 a creare un vero e proprio muro sonoro con questa formazione in accordo logicamente con la tradizione dei grandi trio hard rock anni 70 (Blue Cheer su tutti).
Da segnalare il bravo cantante (che assomiglia molto a Chris Cornel nel modo di cantare) Jani Kataia che si cimenta con risultati altalenanti nelle 9 composizioni anche con le quattro corde del basso.
I brani nella loro semplicità e non inventando assolutamente niente sono tutti abbastanza carini e il cd scorre via che un piacere. E’ il classico cd da macchina da ascoltare senza farsi troppo problemi se riparte da capo quando è giunto al termine.
Come opera prima questo “Endless skies” è sicuramente da promuovere. Se consideriamo il genere di riferimento tuttavia, dobbiamo far notare che l’ambiente musicale si sta veramente saturando di gruppi stoner rock (anche se molto validi) che suonano tutti con lo stampino cosa che più che creare una scena sonora fa soltanto aumentare il livello di un pentolone musicale pieno di gruppi che non riescono ad emergere.
Anche se questo lavoro è da consigliare agli amanti del genere i Mangrove sono sicuramente da tenere d’occhio per il futuro.


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Antonio Piacentini

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