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MORILD Time to rest autoprod. 2010 NOR

Dalla Norvegia una recente autoproduzione che segna il debutto discografico di un gruppo molto interessante, è il doppio cd “Time to rest”, opera dei Morild, un quartetto formato da John Anders Troset (voce), Odd-Roar Bakken (tastiere e chitarre), Alexander Rodriguez Salgado (batteria) e Nils Larsen (basso), coadiuvato da Mari Haug Lund al flauto e Hans Kristoffersen alla chitarra su un brano. La prima traccia “All I wanted (The whale song)” è già molto esplicativa della proposta della band: inizio sinfonico, guidato da tastiere e piano, belle melodie vocali e poi una serie di variazioni, tra accelerazioni, cambi di tempo, diversi spunti classicheggianti e persino una parentesi molto delicata e dal sapore folk, tra chitarra acustica, flauto e voce. In effetti, la musica dei Morild non si può certo definire originale, ma il gruppo, otre a mostrare buon gusto, una discreta vena melodica e bravura negli arrangiamenti, sa indirizzare bene le varie influenze da cui trae spunto. Tra riferimenti a Camel, Genesis, Marillion, Jethro Tull, Bo Hansson, Kaipa, White Willow l’album si dipana per quasi un’ora e tre quarti, ma quasi non ce ne rendiamo conto vista la grazia con cui si propongono e la capacità di attirare l’attenzione continuamente con composizioni equilibrate, costruite in maniera ottimale e dalle dinamiche perfette. Oltre alla citata opener altri momenti che colpiscono particolarmente sono “Early ithis morning (Christmas song)”, che porta alla conclusione il primo dischetto con il suo flavour oldfieldiano e la suite “The slave ship”, suddivisa in tre parti e contenente tutto ciò che si può desiderare dal rock sinfonico. I Morild si presentano affermando a chiare lettere che la loro musica “parla al cuore più che al cervello” ed è assolutamente vero, perché anche nei brani più lunghi, dove ci sono lunghe parti strumentali, non si assiste a giochi di equilibrismo tecnico, ma a solos e dialoghi lineari, a melodie di classe e ad un rock romantico con elementi folk che sprigiona tanto feeling e che si lascia ascoltare con estremo piacere. Se vi attraggono queste peculiarità nella musica, “Time to rest” può rivelarsi una bella sorpresa che vi regalerà non poche emozioni.


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Peppe Di Spirito

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