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M’ORGAN QUARTET M’Organ Quartet Ultra Sound Records 2012 ITA

In Sardegna esiste una tradizione jazz radicata da anni, alimentata da festival e rassegne ormai diventati appuntamenti fissi e da tanti musicisti che col passare del tempo sono riusciti a ritagliarsi a vari livelli un proprio spazio nel campo della musica, sino ai picchi di fama e creatività rappresentati da Paolo Fresu e Antonello Salis, veri e propri ambasciatori del genere per l’isola. Una particolarità riscontrabile sovente nelle produzioni originali sarde è qualcosa che sovverte l’immagine tradizionalista, chiusa e soffocata dall’insularità che molti associano al carattere dei sardi: la ricerca e la contaminazione con altre forme sonore. Il jazz isolano si guarda attorno, a volte stringe alleanze col folklore locale, a volte con la sperimentazione, a volte con generi popolari.
E’ questo il caso dei M’Organ Quartet, per i quali il termine “contaminazione” è il più adatto a descrivere la musica contenuta nell’album omonimo, un elegante miscuglio di jazz con una forte componente fusion e richiami evidenti a rock, blues e funk. Il curriculum di ciascuno dei componenti del gruppo non lascia dubbi sulla loro professionalità. Tutti esperti conoscitori e virtuosi del proprio strumento, con alle spalle studi al conservatorio e presso scuole di musica, impegnati in vari progetti musicali e collaborazioni con artisti italiani e stranieri, i quattro costituiscono un miscuglio di personalità esplosivo. Le potenzialità che sono in grado di esprimere sono riversate nell’album omonimo, contenente principalmente composizioni del chitarrista Massimo Ferra (la sola “Il taglio della torta” è di Mauro Mulas). La chitarra è senz’altro protagonista, con la struttura dei brani costruita per fungere da trampolino di lancio per assoli e riff che devono molto a musicisti come Frank Gambale, Allan Holdsworth e Scott Henderson. Sotto le note vorticose della sei corde si fa strada l’organo Hammond di Mauro Mulas, che spesso prende il sopravvento in maniera discreta e misurata oppure decisa (ad esempio nella lunga “Open funk” e in “Il taglio della torta”). Anche la batteria trova il suo spazio solista, districandosi tra ritmi serrati, cambi di tempo e una struttura dei brani molto complessa che conferisce una parvenza di intento progressivo ad alcune parti del lavoro. L’anima prog dei M’Organ Quartet è senz’altro Mauro Mulas, noto per aver partecipato con due brani per pianoforte al concept album “Iliad” della Musea Records, e attivissimo nella scena locale con varie band, come i KTL, con cui ha aperto anni fa a Cagliari un concerto dei Jethro Tull, e gli Entity, con la quale si è esibito sul palco del festival “In Progress…one”.
L’esordio dei M’Organ Quartet è un buon disco, che potrebbe non piacere solamente ai progster più intransigenti e amanti del genere sinfonico a tutti i costi. Chi è avvezzo invece al jazz rock o gradisce il Canterbury sound troverà parecchi motivi di soddisfazione all’ascolto, soprattutto quando il jazz d’assalto incentrato sulla tecnica strumentale si concede delle pause per sperimentare suoni più soffusi e d’atmosfera. Un album da ascoltare, che dimostra ancora una volta la vitalità della musica in Sardegna e la preparazione e la classe di musicisti che non hanno nulla da invidiare a colleghi ben più famosi.



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Nicola Sulas

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