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MADRIGAL On my hands... In Ear Visions 1996 USA

Amore al primo ascolto... può ancora accadere una cosa del genere? La risposta è SI, specie quando si parla di dischi come questo! Se amate il tipico Prog americano, che ha gli Spock's Beard come ultimi e splendidi esponenti, tanto per fare un esempio, correte a cercare questo secondo lavoro dei MADRIGAL! Non ci sarebbe bisogno di moltte parole, credo che chiunque sia interessato a queste sonorità non resisterebbe ad un ascolto superiore ai due minuti e se lo accaparrerebbe senz'indugio alcuno. Ma andiamo con ordine... I MADRIGAL hanno esordito nell 'oramai lontano 1989 con un album discreto, ma non trascendentale ("Waiting..."). Costituito da musicisti non più giovanissimi, non ha certo fatto le corse per dar subito un seguito a quel lavoro, lavorando con calma e trovando, nel frattempo un produttore che credeva in loro (l'amico Robert Wolf... amico non di molti, a quanto pare...). Il loro Prog, fin dagli inizi, si pone come detto all'interno del filone tipico americano, seguace dei Gentle Giant sia per le sonorità che per la costruzione dei brani. Il gruppo in questione tuttavia mantiene un maggior legame con la struttura canzone rispetto agli Spock's Beard, cioè il paragone che per primo viene di fare, senza però concedere alcunché, specialmente con l'album in oggetto, a songwriting scontati e lineari. "On my hands..." presenta un inizio caratterizzato da una sequela di fuochi artificiali di musicalità e creatività; i 5 musicisti si prodigano a deliziarci con un vasto set strumentale che annovera un intensivo utilizzo della chitarra acustica, flauto, sax e guitar-synth, anche se non in maniera pacchiana e grossolana. Al contrario, ciò che veramente colpisce delle 8 composizioni del CD è la sensibilità per gli arrangiamenti sofisticati ma di gusto, per le atmosfere sovente pompose ma mai stucchevoli. Cosa dire di più? Dopo i summenzionati fuochi artificiali, il CD sembra acquetarsi, regalandoci una parte centrale da gustare quasi in silenzio; arrivati però in prossimità della linea di chiusura, conviene alzare di nuovo il volume onde gustarsi un finale di nuovo da infarto cardiaco (stupenda la conclusione della tìtle-track!). Speriamo solo che i MADRIGAL non ci facciano attendere altri 7 anni...

 

Alberto Nucci

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