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MUCHO TAPIOCA Mucho tapioca autoprod. 2013 FRA

Definire eccentrici i Mucho Tapioca è decisamente riduttivo. Già il nome è tutto un programma… Per di più questo gruppo francese si presenta all’esordio con un mini-album stravagante e dalla confezione del cd (in digipack e comprensiva di un booklet con un breve fumetto), che non dà nemmeno informazioni chiarissime sulla formazione. Si tratta di un lavoro di mezz’ora molto particolare, con un approccio alla musica che può ricordare un po’ quello dei connazionali Sebkha Chott, anche se con un orientamento legato, più che all’avant-rock moderno con punte di metal (che pure sono presenti in minima parte), all’attitudine sperimentale e bizzarra di Frank Zappa e Captain Beefheart, riveduta, corretta e trasportata nel ventunesimo secolo. Tra rumori e jazz-rock strampalato, suoni gutturali nelle parti cantate, qualche rimando ai Primus attraverso un’accoppiata basso-batteria che diventa a volte protagonista, attimi di furia sonora, uno xilofono in bella evidenza, le otto tracce dell’album sembrano davvero passare in un battibaleno. E il tutto è presentato con un trasporto ed una giocosità pienamente coinvolgente ed un’inevitabile vena di follia che permette alla band di unire più stili musicali mantenendosi sfuggente da ognuno di essi. Un patchwork davvero curioso: immaginate elementi di art-rock, avanguardia, psichedelia, funk, metal, jazz, tutti mescolati per spingersi poi in maniera compatta verso un’unica direzione. Una vera marcia dirompente eseguita da musicisti che capaci di sembrare nello stesso momento fuori di testa e perfettamente lucidi da un punto di vista compositivo. Non che oggi non ci siano altri artisti che offrono simili impasti, ma questo biglietto da visita dei Mucho Tapioca è ben fatto, risulta simpaticissimo e ci regala una trentina di minuti di musica interessante e che sembra avere anche una certa predisposizione live. Scusate se è poco.



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Peppe Di Spirito

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