Una delle esibizioni più bootlegate e note tra i fan più accaniti dei Magma è sicuramente quella tenuta il 6 febbraio 1974 alla Radio Bremen tedesca. A distanza di quarant’anni questa registrazione vede ora una pubblicazione ufficiale, grazie ad un doppio cd pubblicato dall’etichetta MIG, non nuova a questo tipo di operazioni. La band transalpina si presentò negli studi della radio con una line-up comprendente Christian Vander alla batteria e alla voce, Jannick Top al basso, Michel Grailler e Gerard Bikialo alle tastiere, Claude Olmos alla chitarra e Klaus Blasquiz alla voce e alle percussioni. Si tratta di una delle tante formazioni dei Magma che ha avuto breve vita (appena quattro mesi), ma che pure riesce a dimostrare come Vander abbia sempre scelto con tanta cura i suoi collaboratori, sempre preparatissimi. Curiosamente, esiste già un cd che riportava una performance radio di questo sestetto, tenuta nel mese successivo alla data in Germania di cui stiamo parlando. Si tratta di “BBC 1974 – Londres”, che documenta un’esibizione della band negli studi della celebre emittente britannica, con una versione favolosa di “Kohntarkosz”. Ma veniamo a “Zuhn wohl unsai”; il concerto e il primo cd prendono il via con “Sowiloi (soi soi)”, uno dei cavalli di battaglia dei live della band in quel periodo e che all’epoca non aveva visto ancora un’uscita ufficiale (cosa che avverrà solo con la compilation “Inedits” nel 1977). Si tratta di un brano dai tratti un po’ onirici che nell’occasione si protrae per oltre dodici minuti, con i soliti temi reiterati, un intrigante lavoro di tastiere, la chitarra che graffia con ruggiti e note secche e la corrosiva e incendiaria parte ritmica portata avanti in maniera straordinaria come sempre dalla coppia Vander-Top. E’ poi il turno di “Mekanik Destruktiw Kommandoh”, monumentale opera eseguita nella sua interezza. Senza voci femminili, senza fiati e con il tipo di formazione presentatasi in Germania, questa esecuzione immortala al meglio e in maniera cruda tutta l’asprezza della musica dei Magma in uno dei periodi di massima ispirazione e creatività della band. Si nota, in pratica, una tessitura meno orchestrale rispetto alle tante versioni pubblicate ufficialmente nel corso degli anni e in cui si manifesta ancora di più l’importanza del lavoro di base di basso e batteria. Stiamo parlando di un’opera talmente perfetta che mette i brividi e che fa capire l’incredibile talento di Christian Vander in qualsiasi “salsa” venga presentata. Si tira un attimo il fiato, ma giusto per il breve tempo che impieghiamo a mettere il secondo cd, che si apre con “Korusz II”, venti minuti di assolo di batteria, di tanto in tanto accompagnato dai suoni vocali e gutturali del leader. In conclusione i quasi ventisei minuti di “Theusz hamtaahk”, altro momento topico dei concerti del periodo, con quel sound che ha fatto storia, carico di tensione, a tratti ipnotico, a tratti vicino a certa musica classica del ‘900 tipo Bartok, a volte pronto a deflagrazioni rock e sempre con quel canto in kobaiano così vicino alla fonetica delle lingue teutoniche. La copertina scelta per questo live non è certo il massimo, con quella foto in bianco e nero già nota e non certo bellissima (oltre che poco pertinente), così come è vero che esistono già numerose testimonianze dal vivo di ogni epoca per i Magma e forse solo per questo motivo non riusciamo a definire “irrinunciabile” il nuovo prodotto. Si tratta comunque dell’ennesimo documento storico di grande qualità, che ci permette di ascoltare i Magma in uno dei tanti picchi della loro carriera, contenente composizioni magistrali e saranno sicuramente tanti gli appassionati di zeuhl pronti ad acquistarlo.