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MARCHESI SCAMORZA Gemini PMS Records 2018 ITA

Dopo un esordio tra luci ed ombre nel 2012 con “La sposa del tempo” ed il bis nel 2015 con “Hypnophonia”, che aveva evidenziato un deciso miglioramento in fase compositiva ed esecutiva, la band ferrarese dei Marchesi Scamorza si ripropone con “Gemini”. Si tratta di un album a tema che narra la storia di un uomo in continua lotta con le sue varie personalità. Argomento impegnativo che ha richiesto liriche adeguate e musica che ben potesse sostenere e “dialogare” con le paure, i traumi, le nevrosi, la schizofrenia del protagonista. Di non secondaria importanza per la riuscita del progetto, il fatto che la line up della band sia rimasta invariata sin dagli esordi ed ora risulta sicuramente più coesa, matura e “pronta” per una prova-concept di ampio respiro. Abbiamo, quindi, alla voce Enrico Bernardini, Enrico Cazzola alle tastiere, Paolo Brini al basso, Alessandro Padovani alla batteria e Lorenzo Romani alla chitarra (oltre che al mandolino ed al sax).
Le prime idee riguardanti l’album, risalenti alla fine del 2015, nascono proprio dal vocalist e dal chitarrista e, con il contributo successivo degli altri elementi, poco a poco “Gemini” inizia ad assumere la sua fisionomia finale. Le influenze (quasi necessarie…) dei grandi del progressive italiano paiono affievolirsi ed emerge così una personalità più definita che porta il sound verso sonorità più moderne con qualche accenno hard rock, momenti più soft funzionali all’evolversi della storia ed altri ancora quasi da colonna sonora cinematografica. Di grande impatto la copertina del lavoro, un primo piano di un uomo il cui volto appare trasfigurato (sulla falsariga del “Ritratto di Innocenzo X” di Francis Bacon) come “alterata” è la personalità del protagonista della storia.
“Prendi, rispondi, pesa, vuota” apre l’album in modo frizzante, tra tentazioni heavy e squarci sinfonici ed è un buon trampolino di lancio dell’opera. Alla breve “Abat-jour”, segue “Ho sentito il vuoto”, bel brano introdotto dal pianoforte di Cazzola e dalla delicata voce di Bernardini. Si sale subito d’intensità, la voce si inasprisce, gli strumenti si rincorrono e il refrain, piacevole, dona ulteriore lustro al pezzo. Con “Specchio” si entra nel vivo: una ritmica incalzante, qualche sventagliata di synth che bilanciano i riff dell’elettrica di Romani. C’è poi “Ricordi” uno strumentale rarefatto ed ancora “Diario” soft song che ben presto sfocia in un notevole strumentale. Di “Crepe sulla testa”, brano più ardito e sperimentale con la voce di Bernardini “filtrata”, è stato tratto addirittura un video per lanciare “Gemini”. Di notevole impatto emotivo è “Oltre lo specchio”, decisamente heavy invece “Urla, ricorda, pensa, sogna”, “cinematica” e “Notte senza fine” (con Romani che si cimenta al sax). I testi rabbiosi di “All’ombra della lotta” ci portano al finale, un po’ in sordina stavolta, di “Silenzioso addio”. Ci rimane un album ampiamente sopra la sufficienza anche se, non lo neghiamo, ci aspettavamo qualcosa di più dai cinque ragazzi ferraresi. Sarà per la prossima volta.



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Valentino Butti

Collegamenti ad altre recensioni

MARCHESI SCAMORZA La sposa del tempo 2012 
MARCHESI SCAMORZA Hypnophonia 2015 

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