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DANIELE MAMMARELLA Past, present and let's hope Music Force 2019 ITA

Ecco un altro chitarrista acustico nostrano che esordisce su Music Force. Il pescarese Daniele Mammarella sembra che abbia cominciato già all’età di otto anni a prendere lezioni di chitarra dal maestro Benedetto Conte. Incentratosi dopo poco tempo sul cosiddetto fingerstyle, il chitarrista abruzzese ha via via conquistato premi internazionali con composizioni proprie già a partire dai tredici anni, fino ad avere la soddisfazione di aprire all’età di soli sedici anni un concerto di Franco Morone. Classe 1997, ha preso un paio di diplomi presso il prestigioso Guitar College di Londra ed oggi è docente di chitarra moderna presso l’APM del già citato primo maestro, Benedetto Conte. Oltre a insegnare anche al Music and Art International Academy di Giuliano Mazzoccante.
Proprio grazie al suo primo storico insegnante Mammarella è entrato in contatto con la Music Force, pubblicando questo primo album tutto sommato energico, nonostante il ragazzo suoni completamente da solo. “Danny’s blues” e “Donkey’s life” aprono all’insegna di un blues molto vivace, anche se c’è da segnalare “Brisk up” come uno degli episodi più interessanti e complessi. Decisamente più morbida “Destiny”, mentre “Dune buggy/Grau grau” presenta l’unica composizione a non risultare a nome del titolare; si tratta infatti di un pezzo composto da Guido e Maurizio De Angelis, divenuto famosissimo grazie a Bud Spencer e Terence Hill col film “Altrimenti ci arrabbiamo”, entrando nella memoria di più generazioni.
“Crazy mind”, assieme alla seguente “Beyond”, porta man mano l’album in territori nordici, di cultura celtica, arrivando a “Wild” che presenta infatti dei passaggi tipici delle ballate di quei Paesi. Si riprende in buona parte lo stile iniziale con la title-track (di cui è stato fatto un video ad opera di Francesco Sarmiento) e poi con la conclusiva “Dry road”, in cui si percuotono con energia le corde e si suona quasi all’insanguinamento delle dita. Un album simpatico, che col rock progressivo ovviamente non c’entra assolutamente nulla. Indipendentemente da questo, l’ascolto è molto piacevole.



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Michele Merenda

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