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NERV Ragam PRS Records 2005 INDN

Non so se questo è la prima release della PRS Records, etichetta nata dalla collaborazione tra la Indonesian Progressive Society e la Sony Music Indonesia, ma le premesse sono tutt'altro che scoraggianti… e speriamo in un prosieguo ancora migliore. I Nerv sono una band composta da 6 elementi, quasi completamente strumentale, con un approccio improntato alla fusion sinfonica, con una grande orchestrazione e in grado di costruire un muro sonoro imponente. E' presente una violinista, la cui importanza è notevole nell'economia della band, e un musicista interamente dedito a una serie di strumenti tradizionali (kendang, jimbè, kacapi e seruling bambu); in effetti la componente tradizionale indonesiana è abbastanza importante nell'ambito di quest'album. La musica si sviluppa attraverso continue variazioni, con brani mozzafiato, in cui riff di chitarra a ripetizione sembrano rincorrere un violino impazzito, e altre composizioni di più ampio respiro in cui la vena melodica del gruppo esce allo scoperto prepotentemente, con partiture deliziose che non potranno non toccare il cuore dei patiti di Prog sinfonico. Spesso la musica sfocia su sonorità forse eccessivamente bombastiche, facendo venire alla mente qualche band giapponese (tipo Gerard o Ars Nova), ma con un gusto molto diverso da questi, sempre identificabile; sebbene l'utilizzo degli strumenti tipici del rock sia abbastanza normale, e quello degli strumenti tradizionali comunque piuttosto limitato, pure l'insieme quasi mai può portare a pensare che si tratti di una qualsiasi band occidentale o giapponese. Il cantato non può certo aiutare dato che in pratica... non esiste: ci sono alcune parti recitate ed alcuni vocalizzi che ogni tanto spezzano l'egemonia strumentale. Il feeling generale, come dicevo all'inizio, è abbastanza tendente alla fusion, anche se l'unica band, a parte le due sopra menzionate, cui mi sento di accostare i Nerv, almeno limitatamente a certe parti, sono i Kansas. Le 7 composizioni presenti nel CD sono assai varie, ma in verità i 55 minuti dell'album hanno ben poche pause e in qualche occasione può risultare pesante, quando la musica si presenta come una sequenza di riff, senza soluzione di continuità; ci ritroviamo talvolta quasi assordati dall'insieme sonoro che ci assale violentemente, ma non possiamo fare a meno di apprezzare questo bell'album che pone alla nostra attenzione una promettentissima band ed un'altrettanto promettente nuova label. Il giudizio finale è comunque ampiamente positivo.

 

Alberto Nucci

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