Appassionati dei classici del progressive sinfonico, dai Genesis ai Marillion, i Neo-Prophet, ovvero Hans “Mac” Six (voce e basso), Frank Debruyne (chitarre), Rudi Lins (batteria e percussioni) e Sjoerd “Cap” Bruyneel (tastiere), dopo un demo che ha ricevuto un certo consenso, giungono al debutto ufficiale con “Monsters”. Siamo al cospetto di un gruppo dedito al new-prog che presenta tutte le caratteristiche che ben conosciamo di questo genere. L’album si apre con “The truth”, brano diretto, di circa quattro minuti, che dopo una introduzione d’atmosfera rivela un certo potenziale commerciale. Ci sono poi una serie di composizioni un po’ più ricercate, in cui si riscontrano tutti gli stilemi che hanno reso celebri tra gli appassionati nomi quali Marillion, Pendragon e Arena. Tra cambi di tempo, momenti strumentali enfatici, solos prolungati, parti vocali calde, ascoltiamo il solito campionario che i musicisti offrono quando si cimentano con il new-prog. Qualche ventata un po’ più “hard”, come si conviene sempre oggigiorno in lavori di questo tipo non manca e fa parte del gioco. La nota più positiva è che il gruppo ben si destreggia tra elementi sinfonici, spinte aggressive e scelte più orecchiabili, raggiungendo quell’equilibrio che spesso manca ai numerosi colleghi. La suite “The new prophet”, che con i suoi oltre venti minuti suddivisi in sei tracce porta a conclusione l’album, è il pezzo forte proposto dalla band ed ha tutte le carte in regola per catturare le attenzioni maggiori. “Monsters” rientra in quella media non proprio elevatissima dei prodotti appartenenti al new-prog: non presenta difetti gravi che possono portare ad una bocciatura, né si intravede quella classe superiore che potrebbe spingere i Neo-Prophet tra i grandi del genere. I cd di new-prog sono quelli che maggiormente entrano nelle vostre grazie? E allora “Monsters” difficilmente potrà deludervi.