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NOSTRADAMUS Testament Periferic 2008 UNG

Com’č opportuno in questi casi, iniziamo con qualche cenno storico per fare chiarezza sulla linea di parentela che fa discendere questa band al debutto dai gloriosi Solaris. All’indomani dell’agognato terzo album (uscito nel 1999 e intitolato “Nostradamus”), figlio di una reunion fomentata dall’invito di Greg Walker al Progfest edizione 1995, la band ungherese pubblicň due CD di materiale d’archivio e soprattutto soffrě la tragica scomparsa del chitarrista e fondatore István Cziglán. Nonostante un ulteriore tentativo di riportare in vita la band in formazione pressoché originale, e la partecipazione di vari componenti del gruppo agli album solisti di Attila Kollár, fu un combo assai diverso quello che nel 2007 tornň in sala di registrazione sotto il nome di Solaris Fusion per incidere i due brani contenuti nel promettente EP “Mystica”.
I Nostradamus sono la denominazione definitiva dello stesso gruppo, che eredita dai Solaris la sezione ritmica (il batterista László Gömör e il bassista Tamás Pócs) ma che in fase di composizione risulta essere la creatura della tastierista Valéria Barcsik, compositrice dei 12 brani qui contenuti. Ciň nonostante, l’intenzione di ripetere la formula Solaris č palese giŕ dal fatto di aver reclutato un flautista, il nuovo elemento Péter Földesi, con ruolo indiscusso di principale solista e di aver optato per una proposta completamente strumentale. Elemento di novitŕ č rappresentato dalla maggiore aggressivitŕ della chitarra rispetto al gruppo madre: András Káptalan aggiunge un tocco prog-metal che puň inizialmente far storcere un po’ il naso ma che in fondo conferisce energia e amplia un vocabolario sonoro altrimenti un po’ limitato.
E’ chiara fin dal primo brano la volontŕ di riallacciarsi alla band di “Marsbéli Krónikák” (d’altronde con un titolo come “Solarissimo”….) piů che alla sbiadita versione ascoltata su “Nostradamus (Book of prophecies)”: le influenze elettroniche, pur presenti, si fondono alla perfezione ai suoni organici, con il flauto a farla da padrone con melodie orientaleggianti contrappuntate da una chitarra robusta ma pur sempre melodica e dall’organo (avete presenti i Jethro Tull di “Roots to branches”?). Le tastiere, assieme al flauto, tendono spesso con soluzioni orchestrali ad esaltare l’aspetto classico/barocco delle composizioni, creando un dualismo insolito con la chitarra aggressiva e la frenetica sezione ritmica, una combinazione che rimanda ad alcune band latino-americane come i brasiliani Bacamarte o i piů recenti Blezqi Zatsaz (si ascolti “Divine Comedy” per avere un saggio di questo approccio).
Gioca a favore dei Nostradamus anche la scelta di contenere il minutaggio dei brani, che si aggira felicemente attorno alla media dei cinque minuti senza annacquature forzate o inutili reiterazioni; l’unica eccezione, la lunga title-track, dimostra la capacitŕ di sfruttare la lunga distanza per introdurre umori differenti, intermezzi maggiormente dark ed uno svolgimento un po’ meno frenetico, ma senza mai stravolgere la formula consueta.
La fatidica raccomandazione č stavolta presto fatta: se avete amato i Solaris, avete un debole per il flauto in veste solistica e non disdegnate affatto elementi metal nell’arrangiamento, soprattutto se discreti e mai invadenti, questo č l’album che fa per voi; per me č stata una piacevole sorpresa e la ritengo un’opera che puň mettere d’accordo ascoltatori dai gusti molto differenti.

 

Mauro Ranchicchio

Collegamenti ad altre recensioni

SOLARIS Marsbéli krónikák 1984 (Gong 1995) 
SOLARIS Live in Los Angeles 1996 
SOLARIS Nostradamus 1999 
SOLARIS Back to the roots... 2000 
SOLARIS Archív videók (DVD) 2006 
SOLARIS FUSION Mystica (EP) 2007 
TOMPOX Hungarian eclectic / Magyar eklektika 2012 
TOMPOX The dark side of the sun 2013 
TOMPOX Reincarnation 2019 

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