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NOËTRA Live 83 Musea 2010 FRA

Tra i tesori nascosti del panorama progressive francese, i cultori hanno sempre tenuto in debita considerazione i Noëtra del chitarrista Jean Lapouge, che con i due album “Neuf songes” del 1992 e “Definitivement bleus” del 2000 (ma entrambi contenenti registrazioni a cavallo tra il 1978 e il 1982) avevano incantato con una proposta che faceva convergere echi canterburiani, jazz-rock, musica classica ed un pizzico di King Crimson. Ed ecco che, a dieci anni dall’ultima uscita discografica, la Musea ci regala una graditissima sorpresa, scovando e proponendoci questo documento dal vivo risalente al 1983. Si tratta di una registrazione ritrovata tra gli archivi di una radio regionale francese, che trasmise l’ultimo atto di una band che avrebbe meritato miglior sorte. La storia dei Noëtra, infatti, è quella comune ai molti validi artisti che, nonostante delle idee ottime ed una proposta che trasuda personalità, non riescono ad emergere, ad andare al di là di una nicchia sparuta, vivendo gli entusiasmi degli esordi, l’estro compositivo, i sogni, i traguardi sfiorati (Lapouge e compagni per poco non si accasarono presso la gloriosa ECM) e le difficoltà di conciliare la loro passione con la vita di tutti i giorni. Nell’aprile del 1983 i Noëtra entrarono negli studi di Radio France a Cubjac, in Dordogna, con una line-up che vedeva, oltre il loro leader, anche Christian Pabœuf all’oboe e al flauto, Pierre Aubert al violino, Denis Lefranc al basso e Daniel Renault alla batteria e si lanciarono in una performance da favola che oggi diventa un cd da avere assolutamente. L’esibizione, infatti, è a dir poco stupenda e cattura bene le enormi qualità e l’essenza della band: è possibile ascoltare tracce di chamber rock che presentano affinità con i classici Univers Zero e Art Zoyd (ma tenendosi ben a distanza dalla loro tetraggine), nonché quelle reminiscenze della scuola di Canterbury già evidenziate negli album in studio, ma vengono anche fuori delle sonorità che, col senno di poi, possono far vedere i Noëtra come precursori di gruppi quali Karda Estra, Uzva e XII Alfonso, con il loro romanticismo dal sapore orchestrale, ricco di contaminazioni e così raffinato. Superlativa la composizione di apertura dal titolo emblematico “Long métrage”, oltre ventidue minuti in cui i musicisti creano meravigliose trame, coniugando contemporaneamente il verbo del rock, del jazz e della musica classica, grazie ai colori diversi di una strumentazione particolare che permetteva di combinare timbri elettrici ed acustici in maniera sublime. Erano gli ultimi passi dei Noëtra; davvero un peccato che le testimonianze lasciate dal gruppo siano così poche, ma che piacere ascoltarle!



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Peppe Di Spirito

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