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NATHAN Era AMS Records 2018 ITA

Dopo qualche anno di apprendistato come cover band di Pink Floyd, Supertramp e Genesis, i liguri Nathan avevano fatto il grande salto con “Nebulosa” (2016), contenente brani di loro composizione. Dopo solo due anni esce “Era”, sempre per la AMS Records: 55 minuti per otto nuovi pezzi. La solita confezione pregevole e le liriche nel booklet sono il biglietto da visita di questo nuovo lavoro. La formazione attuale annovera alla voce Bruno Lugaro, alle tastiere Piergiorgio Abba, alla batteria Fabio Sanfilippo, al basso Mauro Brunzu, Daniele Ferro alle chitarre e Monica Giovannini ai cori. “Era” si presenta come una via di mezzo tra il progressive d’annata (seventies…), il new prog romantico inglese e, in aggiunta, una spruzzata heavy che, di questi tempi (pare), non guasti mai. Riff graffianti dell’elettrica di Ferro costituiscono l’ossatura di “Figli di cane” la prima traccia in scaletta. Una ritmica possente e l’importante contributo delle tastiere di Abba, ora di raccordo, ora in primo piano, fanno il resto. Promettente l’inizio di“Invisibile” con tastiere sfavillanti poi il brano scivola via senza infamia e senza lode. Decisamente meglio “Le vie dei canti” (con un bel testo a sostenere l’impianto musicale), con notevoli interventi solistici di Ferro ed Abba. Ineccepibile e dal buon impatto melodico “L’ombra del falco”, la più “seventies” del lotto (con un testo ispirato alla battaglia di Roncisvalle), con flauto, tastiere vintage ed un approccio meno heavy che in altre occasioni. Nulla di nuovo sotto il sole, ma il risultato è più che soddisfacente. Bella “Indaco”, con un pregevole assolo di synth, e anche la successiva “Maschere” con una ritmica brillante ed i consueti incastri tra chitarra e tastiere. Non convince, invece, sia nel testo che nel refrain piuttosto banale, “L’ultimo giro” che, e solo parzialmente, trova riscatto nelle parti strumentali. “Esistono ore perfette” prosegue sulla falsariga delle precedenti composizioni, pur rimanendo confinata ad un livello un poco inferiore. Il secondo album dei “Nathan” si chiude qua. Si tratta senza dubbio di un passo avanti rispetto all’esordio: ci paiono migliorati sia l’impianto melodico che le atmosfere, ora più gioiose e squillanti, rispetto al più cupo ed introverso “Nebulosa”. Avanti così, dunque, con questo piacevole prog sinfonico un pizzico… heavy.



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Valentino Butti

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