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OVNI Humans but not terrestrials Fragile Producciones 2004 ElS

Il gruppo di El Salvador (luogo insolito per una band Prog) ha ricevuto un messaggio da creature extraterrestri il cui DNA, opportunamente analizzato, risulta umano. La trovata sulla quale viene costruito il concept di questo quinto CD realizzato dal gruppo viene declamata con voci dal tono aulico e grottesco alla Monty Pithon e allo stesso modo, tra una canzone e l'altra, vengono intercalati simili interventi canori, comunque sempre brevi e non invadenti. Anche la musica di questa bizzarra creatura è sicuramente poco spaziale e molto terrestre: piccoli intarsi sonori dal sapore cosmico sono presenti ma non sono da collocare sicuramente nel grande capitolo della musica elettronica. Anzi, si tratta sostanzialmente di rock sinfonico con intermezzi AOR e qualche tocco latino qua e là, giusto per rivendicare le proprie origini. Precisiamo subito, giusto per toglierci il pensiero, che si tratta di un buon album, fatto di ottime scelte melodiche ed assemblato con buon gusto. Le sorprese non mancano nel corso del nostro viaggio sonoro: lo stile infatti non è sempre uniforme, ci mancherebbe altro, la fantasia non ha certo limiti e gli OVNI sembrano esserne consapevoli, non dandosi pensiero di quali sentieri si ritrovino a battere. Nessuno si scandalizzi quindi per un brano come quello, comunque breve, di chiusura, per il quale viene assoldata una cantante dalla voce pop per una performance da network radiofonico; e nessuno punti il dito contro "Hybridization", col suo basso funky, in cui sembra che il lettore ad un certo punto si sia rotto o che il CD si sia graffiato ed inizi a saltare in maniera odiosa. La suite di apertura "Visitors" toglie qualsiasi dubbio: si tratta di un brano epico e suggestivo, ben sviluppato in tutti i suoi movimenti, da assaporare senza fretta. E' questo il capitolo più interessante ma sicuramente non l'unico da ricordare in tutto l'album che, come ho accennato, riserva ancora molte sorprese.

 

Jessica Attene

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