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ONE TASTE Anamnesis Cap. Sullivan 2007 FIN

Allora… Prendete un bel po’ di sano progressive la cui caratteristica precipua è la contaminazione di stili differenti. Prendete poi la fusion e in particolare il Pat Metheny Group. Infine tenete ben presenti certe sonorità di gruppi finlandesi in auge negli ultimi anni, tipo Scarlet Thread e Uzva. Le caratteristiche appena elencate stuzzicano i vostri gusti musicali? Se la risposta è sì, “Anamnesis” è un disco con il quale sarà amore a prima vista (o, meglio, al primo ascolto)! Una suite di quasi tre quarti d’ora, suddivisa in quattro tracce, per lo più strumentale e con cantato in “vocalese”. Ad elaborarla, svilupparla ed eseguirla sono gli One Taste, ensemble finnico giunto al terzo lavoro e che, guidato dal chitarrista Alonzo Heino, è formato da ben otto elementi e da un universo timbrico abbastanza ricco (chitarra, basso, piano, batteria, percussioni, flauto, due violoncelli, voci maschili e femminili). Questa band mostra personalità, fantasia e idee a non finire. Non un attimo di stanca durante l’ascolto di questo cd che è davvero una delizia gustosissima che merita tutte le attenzioni possibili. Tutto è curato al meglio: la musica, tra variazioni di tempo, di genere, di atmosfere, in una dinamica sempre imprevedibile e affascinante, è assolutamente incantevole; lo sviluppo di alcune trame melodiche e la loro ripetizione nei momenti più opportuni colpisce subito e lascia ben impressi in mente alcuni motivi belli e tutt’altro che banali; la ricerca musicale permette di utilizzare al meglio le sonorità a disposizione dei membri del gruppo; ed anche la registrazione pulita ed elegante può essere vista come altro punto forte dell’album. Le peculiarità di “Anamnesis” sono fondamentalmente quelle descritte all’inizio. Innanzitutto si deve denotare un unione di generi che permette di avvicinare il rock, il jazz, il folk nordico, la musica classica, in un connubio che a tratti risulta addirittura esaltante. L’influenza maggiormente avvertibile è quella di Metheny e della fusion che lo ha reso famoso, sia per i timbri, sia per lo stile chitarristico, sia per i cori vocali. E quando si ravvisano elementi folk, grazie all’utilizzo di strumenti acustici, si può tracciare un piccolo parallelo con quanto già fatto da alcuni connazionali degli One Taste impegnati in ambito prog. “Anamnesis” è davvero un’opera di straordinaria qualità, in cui c’è personalità, tecnica, accuratezza, intelligenza, feeling. Il giudizio non può che essere ottimo!

 

Peppe di Spirito

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