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OFFICINA MECCANICA La follia del mimo di fuoco AMS/BTF 2007 ITA

Chissà come sarebbe stata la storia del rock progressivo italiano se trenta e passa anni fa gli Officina Meccanica fossero riusciti a realizzare un LP. Questa band romana è nota ai cultori e ai collezionisti per alcuni 45 giri pubblicati tra il 1972 e il 1977, tra i quali spiccano le due parti di “Bambini innocenti”, brano che, come giustamente osservato da Matthias Scheller nelle note a corredo del cd, può essere considerato tra i vertici del prog della nostra penisola. Oltre questi singoli, il curriculum degli Officina Meccanica presenta un bel po’ di concerti (alcuni a supporto di Banco del Mutuo Soccorso e della PFM) e persino una tournèe in Tunisia. Insomma, una storia tutta da riscoprire, visto che, almeno fino ad oggi, non è stata affrontata con sufficiente dovizia. Finalmente abbiamo tra le mani un prodotto che ci può aiutare a capire in parte cosa hanno rappresentato gli Officina Meccanica. “La follia del mimo di fuoco” (titolo che è una sorta di omaggio a Luciano Maiozzi, figura di spicco della band, che si esibiva travestito da mimo) è un album che raccoglie alcuni dei singoli realizzati e alcune canzoni inedite registrate dal vivo. Dicevamo di “Bambini innocenti”… E’ la traccia posta in apertura del cd, una composizione magistrale, carica di pathos con le sue atmosfere drammatiche, dal testo brillante, cantata con enfasi ed interpretazione perfetta ed un sound ricchissimo, in cui fiati, chitarre acustiche e elettriche e tastiere si danno il cambio, si incrociano e spingono il brano di volta in volta verso soluzioni rock, jazz, di contaminazione di generi e sempre con sapori mediterranei. In seguito troviamo una serie di composizioni che mostrano il gruppo impegnato in un rock teatrale, dalla verve brillante, spesso guidato da tromba e sax, sempre pronto a sorprendere e abile dal vivo, anche se non manca qualche momento in cui si devia maggiormente verso un pop più semplice, ma sempre gradevole. Proprio l’interplay tra i fiati e gli altri strumenti, il loro modo di fondersi, le loro cavalcate sono i punti forti (insieme alla voce e al carisma di Maiozzi) degli Officina Meccanica, che mostrano una personalità particolarmente spiccata e solo qualche vaga somiglianza con alcuni celebri colleghi che pure facevano dei fiati un elemento fondamentale della loro musica (vedi Osanna, Van der Graaf Generator, Chicago). Il cd si presenta nella ormai classica confezione in mini-LP promossa da anni dalla BTF e include un libretto ricco di informazioni e di foto. Come avrete già capito, se ne raccomanda l’acquisto, sia per la musica splendida in esso contenuta, sia perché rende finalmente giustizia ad un gruppo che finora non ha avuto il giusto spazio nelle cronache prog solo perché non ha mai avuto la fortuna di registrare un album negli anni in cui è stato attivo.

 

Peppe di Spirito

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