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PHOENIX EYE The adventures of the king autoprod. 2001 CAN

Non sono riuscito subito ad inquadrare questo disco... e neanche sono sicuro di averlo inquadrato definitivamente dopo vari ascolti. Mi spiego: si tratta di un album dalle sonorità prettamente new Prog, abbastanza simili ai Pendragon; nonostante ciò, le ritmiche e la complessità dei brani ci porta in direzioni ben più colte, più jazzate. Addirittura sembra talvolta di ascoltare i Deus Ex Machina, anche se con una strumentazione decisamente diversa. Tutto bene in definitiva? Macché. Va aggiunto il fattore negativo che il disco, pur annoverando 4 musicisti, in pratica è il progetto semi-solistico di Julien Valiquette e Nic Nyette, che si occupano di tutti gli strumenti in pratica, compreso il midi programming. Per concludere insomma... non riesco a decidere in via definitiva se la musica è di ottima fattura, come mi è parso ad un primo (non attentissimo) ascolto o se invece si tratta di una inutile (o quasi...) contorsione di note; il fatto è che, anche nel primo caso, siamo comunque condizionati da certi suon troppo leggeri o artificiali... ed anche insensati... così sembra, talvolta. E se fosse vero il vecchio adagio "la verità sta nel mezzo"...? Ascoltando e riascoltando si riesce quanto meno ad entrare dentro i brani (nel libretto non ci sono le liriche ma dei brevi riassunti, peraltro!), a seguire i loro mille sviluppi e a riuscire ad immedesimarsi in questo gruppo canadese che, a dispetto di un approccio apparentemente facile da decifrare, è riuscito a metterci in difficoltà. In via definitiva (?) si tratta di un disco gradevole e per nulla banale dunque, anche se ci fa storcere il naso più di una volta nel corso dei suoi 55 minuti.

 

Alberto Nucci

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