Una produzione quanto meno incerta... dei testi banali e ben poco originali... un Prog scontato e ben poco creativo. Questo lo scenario abbastanza sconsolante della quarta produzione dei Phaesis (in 23 anni!), a 9 anni di distanza dal precedente "Hero". Non si capisce tra l'altro il perché dell'inserimento di quest'album nel sottocatalogo Musea Parallele, altrimenti dedicata alle Musiques Nouvelles e alle produzioni di confine: "Puzzle" come un album in bilico tra sonorità floydiane, che caratterizzano il gruppo dagli esordi, e un new Prog poco attraente, con banalità sovente insulse ed insignificanti. Tali sono senz'altro i brani cantati, caratterizzati, come si diceva, da delle liriche mediocri e poco ben studiate anche come musicalità. Qualche nota positiva arriva dai brani strumentali, ove certe atmosfere travagliate e gradevoli momenti epici riescono a riportare su il livello generale. Anche la produzione generale lascia certamente a desiderare: sembra di ascoltare un disco in presa diretta, senza però i vantaggi che tale tipo di registrazione potrebbe riuscire a donare, ovvero un sound sanguigno e vero. Al contrario, sembra che le registrazioni e il missaggio siano stati raffazzonati alla meglio, riuscendo spesso a compromettere quanto di buono viene comunque fatto a livello musicale, con una chitarra dai suoni confusi e una batteria quasi ovattata (per non parlare, tanto per ritornarci su, del cantato!). Strano che tutto ciò sia avvenuto contando oltre tutto della presenza di una persona dell'esperienza di Jean-Pascal Boffo in sede di post-produzione. L'ascoltatore si ritrova alla fine del disco confuso e inappagato: un album con qualche idea discreta che viene rovinato da una registrazione ed altre scelte disastrose ma soprattutto (non dimentichiamolo) da una virata stilistica che porta questo gruppo quasi sulle orme degli IQ... senza tuttavia dimostrare una vera predisposizione per questo tipo di musica.