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PULSEVE Magnet Pulseve 2011 ITA

Una buona parte dei gruppi sotterranei italiani sembra che siano ancora presi dalla fascinazione per il movimento post-rock e dalle sonorità urbane e sporche del noise e dell’indie rock in generale… Nulla di particolarmente sbagliato, anzi, è di gran lunga meglio che perdere anima e cuore nel neo-melodismo italiano più becero oppure perdere tempo nello scimmiottare il gangsta rap americano… Però, è anche vero che un certo modo di intendere la musica”alternativa” sembra che si stia reiterando da un po’ di anni lasciandoci poco o nulla di veramente memorabile... La cosa migliore per un gruppo al giorno d’oggi sta probabilmente nel dimostrare di avere un minimo di personalità per sapersi distinguere nella e dalla massa… I Pulseve da questo punto di vista si presentano abbastanza bene come formazione in due, quindi una coppia drum and bass fondata da Diego Franchino alla batteria e dal bassista Maurizio Veglio: come si può intuire dalla peculiare formazione, la musica di “Magnet” rientra abbastanza nei canoni del math rock, ventotto minuti di musica strumentale violenta e sincopata, composta da quattro lunghi pezzi strumentali piuttosto omogenei e compatti fra loro in quanto a sonorità… Rispetto all’assalto frontale di gruppi storici come Ruins o Hella, la musica dei Pulseve si allontana da certi estremismi strumentali per inserirsi più verso territori post-indie un pochino più aggressivi della media ma sempre introversi ed alienanti. Si possono sentire inoltre i Massacre di Bill Laswell anche se l’aspetto improvvisativo in “Magnet” non è particolarmente ricercato; si sentono molto negli arrangiamenti, direttamente o meno, i Rush, mentre si percepisce apertamete l’influenza di bands come Meshuggah e di altre iper-tecniche entità “prog-metal”, anche se non si può certo dire che “Magnet” rientri pienamente in territorio metal. Quello che mi è piaciuto di più in questo disco è la profondità dei suoni, l’atmosfera ricreata in “Magnet” è piuttosto opprimente e riesce a comunicare un efficace senso di inquietudine e mistero, unito ad una sorta di spazialità generale che rende l’ascolto piuttosto freddo ed ipnotico. Siamo ancora agli inizi, ovviamente, ma con qualche accorgimento in più i Pulseve sapranno sicuramente superarsi e progredire ulteriormente!
Tramite il loro sito internet è inoltre possibile scaricare liberamente il cd.



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Giovanni Carta

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