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PLASTIC OVERLORDS Sonic astronomy Fool’s Serrand Records 2010 USA

Redivivi dagli abissi dell’oblio underground, i Plastic Overlords avevano pubblicato nel 2000 un disco d’esordio parecchio interessante ma che non ha avuto la fortuna di catalizzare la giusta attenzione nell’ambiente della neo-psichedelia e destinato quindi a finire presto nel dimenticatoio internettiano, complice forse anche la prematura dipartita del loro primo chitarrista Eric Hand ed una successiva crisi creativa. Trascorsi dieci lunghi anni e recuperati fortuitamente i vecchi master tapes delle sessions dei brani che avrebbero dovuto far parte di un ipotetico secondo abum, David Noel, principale artefice della band, ha ripreso in mano la situazione con fiducia e rifondato i Plastic Overlords: il primo passo di questa rinascita è “Sonic Astronomy”, raccolta di alcuni brani dell’omonimo esordio, ormai introvabile, e dei pezzi registrati originariamente per il secondo cd mai uscito, rimasterizzati dall’eccellente Rodney Mills, già tecnico del suono di Lynyrd Skynyrd, Journey e 38 Special (!). L’inquietante copertina di “Sonic Astronomy” ci porta però ben lontano dai territori southern... Il sound dei Plastic Overlords è un bel concentrato di space rock condito da una sana dose di hard rock, più una serie di contaminazioni stravaganti di vago sentore new wave ed una vena ironica e lunatica che può ricordare da vicino certe cose dei Cardiacs. In effetti il punto di riferimento principale dei Plastic Overlords sono gli Hawkwind metà anni ’70, quindi lo space rock più crepuscolare e mistico, meno votato all’assalto sonico; le radici dei brani rimangono dunque negli settanta ma sicuramente l’effetto non è semplicemente emulativo, la musica di “Sonic Astonomy” è viva, pulsante ed ancora attuale... Se escludiamo la presenza, nel primo repertorio, del chitarrista Eric Hand, i Plastic Overlords si sono stabilizzati nella formazione a trio: David Noel voce, basso e tastiere, Brad Johnson batteria e John Eades alle chitarre. La prima cosa che possiamo notare è la potenza e versabilità del basso di Noel, uno stile che è facile accostare a grandi come John Wetton e Geddy Lee, nomi che ci portano ovviamente ad altre due influenze nella musica dei Plastic Overlords, ovvero i King Crimson e soprattutto i Rush del primo periodo hard rock (quello fino a “2112” per intendeci), un’influenza ravvisabile soprattutto nell’ottimo e suggestivo lavoro di chitarra di Eades, altrettanto versatile quanto quello di Noel al basso, il quale non manca di farsi apprezzare per le diverse rifiniture strumetali, insieme ai puntuali e precisi riffs hardeggianti, raffinatezze rock che ben si adattano all’epica psichedelica e sognante del disco. Ed il meglio sicuramente dovrà ancora arrivare, sembra infatti imminente l’uscita di un nuovo disco dei Plastic Overlords, intitolato “Armageddon Was Yesterday”, giusto in tempo per goderci ancora un po’ le delizie visionarie di “Sonic Astronomy” dopo le scampate (?) profezie apocalittiche...


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Giovanni Carta

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