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QWESTION Y autoprod. 2002 USA

A quanto pare questi due ragazzi del Mississippi hanno dovuto affrontare nel corso del tempo diverse vicissitudini, soprattutto di carattere familiare, tanto da far slittare il completamento del loro esordio discografico durante l'estate del 2002 dopo ben oltre cinque anni di tribolazioni. Un'inesauribile forza di volontà ha comunque permesso ai Qwestion, ovvero il bassista e manager Mike Griffith ed il chitarrista John Hall, di scegliere con successo la strada dell'autoproduzione per una prova artistica estrema e controversa. La base di partenza per i Qwestion è da rintracciare nel vecchio tecno-thrash metal (genere che andava per la maggiore circa una quindicina d'anni fa) e più in particolare nella prima ondata prog-metal, quella più genuina e sincera per intenderci, che ebbe come punti cardine gruppi come Voivod, Mekong Delta, Sieges Even, Watchtower e, perché no, Djam Karet: da questo presupposto i Qwestion si lanciano a briglia sciolta in un dispiegamento caotico ed impressionante di riff all'insegna della contaminazione più sfrenata. Quello che più mi piace di "Y" è la sua totale libertà, il gusto per l'(auto)ironia ed il particolare senso di follia che pervade buona parte del cd. Effettivamente è possibile ascoltare un po' di tutto in questo disco, è presente una non ben identificata componente jazz unita ad una certa predisposizione all'improvvisazione, c'è del puro e sfacciato tecnicismo affiancato ad inaspettati e spiritosi ammiccamenti hip-hop e non mancano neppure dei momenti carichi di tensione e d'inquietudine, specie in quei momenti dove la ritmica furiosa, quasi sempre totalmente priva, intenzionalmente, di una qualsiasi linearità, cala di ritmo o si fa assente del tutto. Al di fuori da ogni pregiudizio sulla particolare proposta musicale dei Qwestion mi sembra innegabile che questi due musicisti siano riusciti a crearsi una loro specifica identità, provate dunque a dare un ascolto a "Y", specialmente se siete in confidenza con le sonorità più hard, e probabilmente scoprirete in esso più di un motivo d'interesse.

 

Giovanni Carta

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