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QUIKION Ramadan Poseidon/ Musea 2004 JAP

L’idea di ascoltare un gruppo giapponese che si dedica alla rilettura di temi musicali tradizionali, europei e non, può quantomeno incuriosire. Quando tale rilettura viene operata attraverso l’utilizzo del giapponese per le parti cantate, la curiosità lascia spazio a dubbi e perplessità: può avere effettivamente un senso reinterpretare in chiave nipponica, come in questo caso, una composizione di Kurt Weill? Sinceramente, una risposta certa non saprei darla... comunque, non posso negare quanto mi abbia intrigato "Ramadan", il quarto disco del trio nipponico guidato da Totoki Yukiko. Non è semplice rendere l’idea della musica realizzata dai Quikion: in maniera sbrigativa si potrebbe definire world music, pessima etichetta per definire una serie di ballate acustiche derivate dalle influenze musicali più eterogenee possibili, suonate con una strumentazione poco ortodossa ed estremamente varia. Come già accennato, accanto ad una serie di composizioni originali, cantate rigorosamente in lingua madre, i Quikion si esibiscono nella rilettura di brani estrapolati dalla cultura di paesi diversi come la Yugoslavia, il Pakistan, la Romania e l’Inghilterra. Insomma, un bizzarro e divertito incontro fra oriente ed occidente, la più strana ed indefinibile musica etnica che si possa sentire in giro e, a pensarci bene, un bell’esempio di apertura mentale, un esempio che dovremmo forse imitare più frequentemente del solito...

 

Giovanni Carta

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