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QUINTESSENZA Cosmogenesi autoprod. 2006 ITA

Due anni circa sono passati da quando osannai “Pharmakon”, il precedente lavoro dei Quintessenza ed oggi mi ritrovo ad ascoltare “Cosmogenesi” con curiosità e interesse. Le mie aspettative non sono per niente deluse: i Quintessenza proseguono come un’onda inarrestabile lungo il sentiero tracciato con i precedenti lavori e mi entusiasmano fin dal primo ascolto. I riferimenti musicali della band di Volterra sono rimasti gli stessi anche se è necessario rilevare una ulteriore crescita musicale, una ulteriore elaborazione degli stilemi, delle fondamenta su cui vengono costruite le strutture sonore. La tecnica e l’esperienza è ulteriormente migliorata e, mi sembra di cogliere, anche in termini di registrazione e mixaggio le cose sono superiori al precedente “Pharmakon”.
In “Cosmogenesi” ci viene proposta una suite di 45 e rotti minuti, suddivisa in 9 movimenti di variabile lunghezza. Le influenze rilevabile sono disparate anche se la parte del leone è quell’inflazionato metal prog che spesso ci fa storcere il naso. Nel caso in questione però, i suoni mi ricordano a tratti persino gli Scisma (qualcuno li ricorda?), ma probabilmente il cantato in lingua madre mi confonde le idee. A livello musicale, la band sembra che abbia addirittura scavalcato alcune influenze dirette e sia andata a studiare le radici del metal prog, ricordando a tratti persino certi Rush (e sapete quanto io sia restio a tali paragoni, vista la mia venerazione per il trio canadese) – in questo senso basta ascoltare “Luce: Rivelati a Me” oppure “Preludio alla Fine” (sarà un caso che questi pezzi ricordino al sottoscritto certi passaggi di “2112”?).
Vi consiglio vivamente di ascoltare “Cosmogenesi”, se apprezzate il genere… sicuramente non rimarrete delusi.

 

Marco Del Corno

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