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QUAKER Autocritica Viajero Inmovil 2005 ARG

Dalle terre argentine i Quaker sorgono come l'ennesima band debitrice del genio di Robert Fripp... Fortunatamente, oltre che un atteggiamento reverenziale verso i propri modelli artistici, questo quartetto di La Plata (provincia di Buenos Aires) svela una profondità espressiva che lascia assai ben sperare. Come opera d'esordio per un gruppo relativamente giovane, "Autocritica" dimostra una buona compattezza d'idee: al di là degli inevitabili rimandi frippiani negli arrangiamenti e nei suoni, in questo senso ci avviciniamo ai lavori di bands come Dificil Equilibrio e 4/3 De Trio, i Quaker possiedono una discreta ed oscura personalità che riesce a rendere quasi ineffabile l'ascolto di certi brani. Fra gli anfratti interamente strumentali di Autocritica possiamo scorgere momenti di puro virtuosismo rumorista come anche manierismi crimsoniani ormai sin troppo risaputi, i momenti migliori possiamo goderceli a mio avviso nelle tendenze elettroniche e nei momenti al limite dell'ambient di brani come "Autocritica?", "Hanoi" ed "Arsis" (tracce di David Torn e Steve Tibbets qua e là). I Quaker riescono a dosare in maniera discreta le situazioni più distensive e melodiche ad attimi di pura tensione emotiva, come se un'inquietudine tutt'altro che latente fosse sempre sul punto di esplodere (difficile non pensare alla disastrosa crisi che travolse pochi anni fa l'Argentina). In definitiva, Autocritica riesce ad intrigare anche meglio di altri celebri colleghi "crimsoniani", manca giusto quella scintilla di genialità tipica dei capolavori...

 

Giovanni Carta

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