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QUASAR LUX SYMPHONIÆ Synopsis Artesuono 2009 ITA

Ci sono dei gruppi che, volenti o nolenti, hanno fatto la storia di qual piccolo fenomeno di nicchia che è stato il rock progressive anni 90 in Italia e non solo. Paradossalmente fa un certo effetto considerare che da quel piccolo fenomeno, nuovo per quei tempi, sono passati oramai venti anni. Venti anni di speranze, rimpianti e recriminazioni per quello che avrebbe potuto essere e non è stato il nuovo corso del rock progressive soprattutto italiano.
I Quasar Lux Symphoniae di questo mondo sono stati tra gli alfieri, riuscendo prima a crearsi uno spazio importante nel cuore degli appassionati, con quella incredibile opera rock che era “Abraham”, poi, con il passare delle prove in studio (“MIT” su tutte), a confermare le qualità peculiari che questo gruppo aveva.
I QLS stanno insieme dal 1976 e questo "Synopsis" è un vero e proprio autotributo alla storia e alla musica del gruppo friulano.
Per essere onesti mi aspettavo qualcosa di diverso da un gruppo che ha regalato delle vere e proprie perle per la storia del rock progressive italiano (e non solo). Non che questo lavoro sia brutto o non degno di nota, ma dopo tutti questi anni di attesa mi sarei aspettato qualcosa di meno autocelebrativo e più personale, quel qualcosa che negli anni novanta li aveva fatti emergere.
Forse farò la parte del cattivo perché difficilmente qualcuno parlerà in questi termini di questo disco che, ad un ascolto superficiale, non farà rimanere delusi i classici appassionati di determinate sonorità sinfoniche.
Quello che vorrei sottolineare è che, se questo ambiente non comincia a far capire che forse è necessario fare un salto di qualità, che per emergere bisogna limare i punti deboli (il cantato maschile è un punto debole per esempio, e per cortesia... basta con la storia che il cantato nel prog non è importante...), che per vendere più delle solite 300 copie bisogna impegnarsi e tanto, si parlerà sempre di occasioni mancate e di pubblico non all’altezza di certe proposte, di circolo chiuso di appassionati.
E’ un discorso in generale che si può applicare anche a questo lavoro, che ricorda molto in determinati punti l’ultimo concerto grosso dei New trolls, senza tutto il bailamme di produzione ed economico che c’era dietro lo storico gruppo ligure, e in determinate situazioni il primo e per il momento unico lavoro dei salernitani Magni Animi Viri(da un certo punto di vista questi ultimi risultano anche più incisivi nei brani dove è possibile fare il paragone).
La classe dei QLS è innegabile, la forza degli arrangiamenti anche, ma quello che manca a questo lavoro per essere veramente all’altezza è la freschezza.
E’ il classico disco fatto per piacere (con i soliti limiti che ci sono in un disco progressive italiano) all’appassionato tipo (e non c’entra niente il discorso che stiamo parlando di un disco di rock sinfonico, non è quello il punto). E’ il classico disco nel quale già sai dove si va a parare dopo cinque minuti di ascolto e a mio modestissimo parere questo è un limite per un gruppo dello spessore e per la storia dei Quasar Lux Synphoniae.
Spero venga capito che la mia delusione per questo lavoro deriva proprio dall’amore viscerale per le produzioni di questo gruppo che a me sembra essersi seduto sugli allori (pochi visto la nicchia di genere al quale si fa riferimento) derivante da un grande passato.
Spero che questo sia solo un disco di transizione, un modo per ritornare in pista dopo tanto tempo, perché il mondo del rock progressive (purtroppo per noi) non è più quello del 1990 e per emergere (come tutti vorremmo che emergessero i QLS) c’è bisogno di qualcosa in più, quel qualcosa in più che il gruppo ha dimostrato di avere nel passato.
Altrimenti staremo per l’ennesima volta a parlare di gruppi dalla potenzialità enorme solo sulla carta.
Disco per appassionati del rock sinfonico e per i nostalgici dei tempi che furono.


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Antonio Piacentini

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