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QUORUM Another World Mals 2015 RUS

Le composizioni incluse in quest’album sono state scritte negli anni 2000, precedentemente alla pubblicazione del primo album. Dopo oltre dieci anni il mondo è cambiato, e probabilmente anche noi. Ma è diventato un mondo diverso?
Così inizia la presentazione dell’album da parte della band moscovita e viene di conseguenza dire che le 7 tracce qui presenti siano abbastanza varie e presentino fonti d’ispirazione diverse. Tenuto conto che l’unico altro album dei Quorum ("Klubkin’s Voyage", 2011) era un concept album, con un percorso musicale definito e studiato a tavolino quindi, si nota che questo “Another World” ha un aspetto un po’ più vario, meno uniforme, e sicuramente più derivativo. La band ha ripreso in mano questi vecchi brani, già pubblicati in parte come demo, e registrati di nuovo (pur con una produzione un po’ artigianale) con la formazione attuale, sempre guidata dal polistrumentista (ma fondamentalmente cantante e tastierista) Dmitry Shtatnov.
Ascoltando queste vecchie composizioni, tutte cantate in russo, possiamo renderci conto della primigenia passione per il Progressive sinfonico da parte del gruppo; maggiori sono le influenze di Genesis e Yes riscontrabili in queste tracce, tanto che in alcuni passaggi veniamo assaliti da forti sensazioni di déjà-vu, così come talvolta notiamo anche alcune somiglianze con i polacchi Collage.
L’iniziale “Snow” è un brano deliziosamente yesseggiante, tanto da non poter evitare di avere dei flash di “Awaken” in alcuni passaggi, con un’orchestrazione piena e ben realizzata, con un bel Moog che duetta con la chitarra. La prima parte della lunga title-track ha un incedere più calmo e quasi floydiano, con belle parti di chitarra, tra cui il lungo assolo nella scoppiettante sezione centrale che prelude ad una parte che ci rimanda prima ai Marillion degli esordi e poi decisamente su territori simil-Genesis.
La successiva “Behold” ha addirittura un (inconsapevole?) richiamo agli australiani Sebastian Hardie, con la presenza di un basso pulsante di chiara ispirazione yessiana che ritroviamo un po’ in tutte le composizioni. “86” ha invece chiari riferimenti marillioniani, con tastiere e movenze decisamente new Prog, anche se non mancano i soliti messaggi subliminali genesisiani.
Lo strumentale “Then and Here” ha connotati decisamente più jazz-rock, con tastiere e ritmiche quasi concitate e un mélange di suoni un po’ confusionario, a dir il vero. A ridosso l’altro brano lungo del lotto, “Motion”, dall’apparenza un po’ più early new Prog, tanto che sembra quasi un brano tratto da un demo-tape di qualche band britannica d’inizio anni ’80, pur con non poche assonanze Yes (le cascate di tastiere alla Wakeman) e qualche timida eco genesisiana (“Wind & Wuthering”) sul finale. Il brano conclusivo, “Space Wanderer”, è a dire il vero un po’ anonimo e caratterizzato da un rock da FM brillante, ritmato ed orecchiabile, giusto per chiudere le danze in allegria.
Nonostante la diversa genesi e le differenti caratteristiche rispetto all’album d’esordio, questo “Another World” è un album che conferma tutte le buone parole che avevamo speso per questo gruppo russo. Piacevolissimi all’ascolto, questi 50 minuti e passa di musica trascorrono in letizia e buonumore, con qualche banalità, perdonabile magari, ma di certo chi ama il Prog Rock sinfonico senza troppi sofismi può trovare interessante questa release.



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Alberto Nucci

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