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RETROHEADS Retrospective Unicorn Records 2004 NOR

Bella novità dalla Norvegia con l'esordio di 67 minuti dei Retroheads, band che, guidata dal cantante-tastierista-bassista Tore Bø Bendixen, si esibisce con bravura in un album con il quale si prova ad unire rock sinfonico di derivazione seventies (Genesis innanzitutto), romanticismo floydiano e new-prog moderno. L'opener "Earthsong" mette subito in chiaro le cose con un'introduzione dalle sonorità di mellotron molto atmosferica ed uno sviluppo ben strutturato che può ricordare i migliori Flower Kings. "Man" è una gradevole ballad semiacustica che prevede un inizio tratteggiato con melodia e accelerazioni, un indovinato andamento percussivo che guida la parte centrale ed un finale di puro stampo new-prog. "Judgement dream" è robusta all'avvio con la chitarra quasi heavy, ma pure prosegue con estrema raffinatezza, tra bei momenti strumentali e attimi di pura melodia (molto buono l'utilizzo della voce femminile). Si continua con delicatezza attraverso le tentazioni pop-pianistiche di "Dreams", pronte, però, a virare nuovamente verso vibranti sinfonismi in uno stile a cavallo tra Camel e Genesis. Un'altra strizzatina d'occhio ai Flower Kings avviene con "World reveal", mentre "Starry night" è caratterizzata da incantevoli melodie quasi canterburiane (la voce di Tore sembra ricalcare quella di Sinclair), keyboards-solos semplici, ma dal notevole facino, e discreti intrecci dei tasti d'avorio con la chitarra elettrica. Tecnicismi non esasperati sono alla base di "Urban flight delight" (forse unico episodio non del tutto riuscito), cui segue l'ottima "Taking my time", solo piano e voce nel primo minuto, poi classico rock sinfonico con ricorrenti cambi di tempo e di atmosfera nei successivi sette. Il compito di concludere il cd è affidato a "The fool", strumentale un po' à la IQ, un po' à la Pendragon. Molto buona la produzione, tramite la quale possiamo ascoltare suoni pulitissimi e timbriche che di volta in volta ci fanno rimbalzare dal passato al presente e viceversa. Il risultato finale può considerarsi più che soddisfacente e dispenserà sicuramente piacevoli momenti agli amanti del rock sinfonico.

 

Peppe Di Spirito

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