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RÅG I RYGGEN Råg i ryggen Rondo 1975 (Transubstans 2005) SVE

Accogliamo con entusiasmo questa ristampa che toglie dalla polvere un album difficile da reperire nella sua versione in vinile e lo restituisce al mercato per soddisfare la curiosità degli appassionati. Questo è l'unico album rilasciato dal gruppo di Stoccolma, completato per l'occasione da tre bonus tracks dal vivo. Lo stile musicale è un heavy progressive rock, dominato dalla voce acida di Jonas Warnerbring (che si divide fra liriche in svedese e in inglese), forse poco incisiva e potente ma dalla timbrica piuttosto caratteristica. L'impalcatura musicale è sostenuta dalle chitarre distorte di Björn Nyström e Jan Aggemyr che imbastiscono riff compatti e movimentati, alternati ad assoli lanciati, in cui si inseriscono parti di Hammond oscure e maestose. Canzoni come "Det kan väl inte vara farligt ", ruvida e movimentata e "You know it ain't easy" con i suoi riff cadenzati e parti corali che ammorbidiscono le linee musicali nervose ed istintive, si riallacciano in un certo senso al repertorio degli Uriah Heep. Altri brani invece affondano più profondamente nella tradizione musicale svedese, come la graziosa "Spångaforsens brus" che sfoggia un ritmo di marcia tipico di alcune composizioni folk nordiche e utilizzato spesso da molti gruppi prog scandinavi. In questo caso le chitarre abbandonano la sequenza compatta dei riff per disegnare delle linee melodiche lineari e ripetitive. Alcune sequenze hanno un che di epico, e in questo senso la graziosa "Jan Banan", costruita su linee di basso e batteria agili e accattivanti tratteggi di organo e chitarra, è un pezzo semplice ma riuscito. Elementi hard rock blues emergono in maniera più o meno accentuata in diverse occasioni, come in "Naked Man" che sfodera dei riff di chitarra che al giorno d'oggi potremmo ritrovare in una delle canzoni dei Fruitcake. Mi piace segnalare "Queen of Darkness ", una ballad forse un po' banale ma con linee melodiche semplici ed efficaci ed una sequenza centrale di Hammond dal sapore tipicamente nordico. Chiude l'album il brano più lungo, di circa sei minuti e mezzo: "Sanningsserum" , anche questo scandito da riff cadenzati di chitarra. Quest'ultima traccia viene riproposta dal vivo fra le bonus track, assieme a "Jan Banan", in una versione decisamente più grezza ed istintiva. Chiude la breve sequenza di bonus lo strumentale "Land Over The Rainbow", dalla resa sonora povera ed approssimativa. In sostanza non si tratta certamente di album originale che possa aver fatto in qualche maniera la storia del prog in Svezia, ma di un'opera godibile e coinvolgente che troverà degli estimatori anche fra i progster di oggi.

 

Jessica Attene

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