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REIN RANNAP Varajasedlaulud: Rock Hyper Records 2002 EST

L’Estonia è una repubblica piccola piccola, poco più di un milione di abitanti, e per decenni è stata sotto il dominio dell’URSS. Durante il regime comunista la musica rock era reperibile soltanto al mercato nero. Eppure una nazione così piccola, con condizioni ostili, ha dato alla luce una delle scene rock progressive più interessanti dell’Europa orientale. Una scena molto più evoluta ed articolata ad esempio delle sue sorelle baltiche Lettonia e Lituania.
Già dagli anni '70 la musica progressive era di casa in quel di Tallinn e dintorni, grazie a band come Ruja, Psycho, Meie, Mess e Noor Eesti. Prog che è riuscito a sopravvivere anche negli ostili anni '80 con gli In Spe, Linnu Tee, Radar e Kaseke. Purtroppo a causa del regime sovietico era molto difficile, se non impossibile, riuscire ad arrivare a registrare album e purtroppo ci rimangono poche testimonianze di quel periodo, sopratutto per gli anni '70. In ogni caso, tutto questo fermento non sarebbe potuto esistere se dietro non ci fossero stati grandi musicisti, artisti del calibro di Sven Grunberg (Mess) o Erkki Sven Tuur (In Spe). Ovviamente non ci si può dimenticare di citare Rein Rannap (Ruja e Noor Eesti).
Pochissimi musicisti possono vantare una carriera così variegata e completa come Rannap, una carriera che lo ha portato a variare tra ogni genere musicale. Nato come pianista classico, è stato vincitore di diversi premi a livello internazionale. E’ stato autore di musica religiosa ed è parte di un trio jazz ed in patria è famoso anche per aver realizzato canzoni per bimbi ed è acclamatissimo autore di canzoni pop. E’ stato leader dei più grandi gruppi rock, folk e prog estoni. Ha partecipato anche all’X Factor locale come giurato. Insomma non si è certo fatto mancare nulla. Si può definire un vero Re Mida della musica: a qualunque genere si sia avvicinato l’ha fatto ottenendo il massimo.
Presenza costante in tutto lo sviluppo della musica estone, a partire dal periodo beat degli anni '60, diviene, nel successivo decennio, una figura chiave della nascita della musica prog estone, come tastierista e compositore di due mostri sacri come i Ruja e Noor Eesti.
Come già detto, quasi nessun gruppo Prog durante gli anni '70 è riuscito a registrare alcun album e se l’hanno fatto è stato clandestinamente. Tuttavia per nostra fortuna, una volta ottenuta l’indipendenza, parte di quel prezioso materiale è stato riesumato in raccolte e ristampe. Quella che abbiamo tra le mani è proprio una di queste preziose raccolte che ci permettono di riscoprire una scena musicale per troppi anni costretta all'essere nascosta.
“Varajasedlaulud (Rock)” è un doppio CD, parte di un set di 4 CD che ripercorre trent'anni di carriera di Rannap. La casa discografica ha pero deciso di vendere anche separatamente i primi due cd. Mai scelta fu più condivisibile. Mentre I primi due CD (che non tratteremo in questa recensione) si riferiscono al periodo pop beat di Rannap, sottotitolati non a caso con "pop", qli ultimi due CD della serie, con il sottotitolo "rock", testimoniano il periodo più creativo del musicista estone e quello a noi più caro.
Il primo CD inizia subito con una piacevole sorpresa: 5 brani degli interessantissimi Hoim, gruppo folk attivo nei primi anni '80. I musicisti sono di tutto rispetto: Peter Volkonski (Propeller, Ruja) alla voce, Andrus Vaht, mitico batterista presente in quasi tutti i gruppi storici del prog estone (Mess, Ruja, Kaseke, In Spe) e il violinista Paul Magi (Ruja e Psycho). Il gruppo propone tutti brani della tradizione popolare, arrangiandoli con una sana follia degna del miglior Lars Hollmer. In particolare il brano “Kari Koju” è decisamente sfizioso, con mucche feroci e tintinnii inquietanti di campanelle. Mentre i primi 4 sono registrazioni in studio, il 5 è tratto da un concerto ed è completamente diverso dagli altri, blues e rock piuttosto che folk.
Poi due brani dei mitici Ruja, gruppo rock estone più famoso e già stato ampiamente documentato nel secondo CD del box set con ben 11 canzoni. Ma in questo terzo CD ci sono forse i brani per noi più interessanti, relativi agli anni '70, ovvero al periodo più prog della band. “Lumi Sadeles” e “Ununenudlinn” in realtà sono etichettabili più come hard rock che come progressive. Ricordano vagamente gli Who e “Lumi Sadeles” ha sprazzi zappiani. Indubbiamente però sono pezzi splendidi, con i soliti arrangiamenti di gran classe di Rannap e la voce eccezionale del mitico Urmas Alender. A rendere ancora più interessanti i pezzi c'è che sono entrambi inediti e reperibili solo su questa raccolta.
Testimonianza altresì importane è "Naeranaera", brano di Rannap con i Psycho e Tõnis Mägi. Gli Psycho sono stati uno dei gruppi prog più interessanti e originali: un mix unico tra King Crimson, Mahavishnu Orchestra e Pekka Pohjola. Purtroppo però non hanno inciso nulla o quasi. A salvarsi è appunto "Naeranaera", uno degli ultimi lavori della band in collaborazione con il cantante Tõnis Mägi (Ultima Thule). Ahinoi, seppur piacevole, si tratta anche di uno dei loro pezzi più commerciali e convenzionali.
Tuttavia il momento più ghiotto deve ancora arrivare con quattro brani dei Noor Eesti (Giovane Estonia), band attiva per un paio d’anni sul finire degli anni '70 di cui, a parte questa raccolta, è pressoché impossibile trovare testimonianze su album ufficiali.
A differenza dei Ruja, i Noor Eesti ci consentono di sguazzare completamente nel prog sinfonico più gustoso. Un prog che, pur attingendo a piene mani sia alla tradizione inglese, sia alla musica classica, è estremamente originale. Già la voluta assenza di chitarra e la presenza di un fagotto nella formazione è un deciso indizio sulla singolarità della proposta. Tuttavia l’unicità dei Noor Eesti va al di là di semplici stravaganze di formazione. Qui siamo alle prese con dei musicisti mostruosi. Rannap ormai non ha bisogno di presentazioni, invece veniamo qui a conoscenza dell’eccezionale voce di Tajo Kadajas proveniente dai Meie, uno dei gruppi estoni più sperimentali. Kadajas è un cantante poliedrico con una varietà espressiva unica, a suo agio sia nei momenti più istrionici sia in quelli più delicati. Personalmente lo preferisco addirittura all’altra voce leggendaria del rock estone Urmas Alender. Altro protagonista assoluto è il basso tuoneggiante di Tonu Tormis, molto più che semplice strumento di accompagnamento. Il bassista estone non ha nulla da invidiare al grande Chris Squire: "Edasijõudnudinimine" ne è un inequivocabile esempio. Heitti Riismäe con il suo fagotto è la geniale anomalia della band: non è una bizzarria tanto per stupire, ma è perfettamente funzionale al sound del gruppo prendendosi spesso la scena con splendidi assoli. Ascoltare per credere i brani "Lendavjärv" e "Edasijõudnudinimine". A completare il gruppo ci sono poi il leggendario batterista dei Mess, Ivar Sipra, e l’altro tastierista Andres Uibo, a testimonianza di partiture complesse non eseguibili da solo Rannap.
I brani hanno forse il solo difetto di durare poco: ogni pezzo è una suite in miniatura, un concentrato d'idee che altri gruppi avrebbero utilizzato per fare pezzi di lunghezza infinita. "Lendavjärv" è un brano che spazia tra Genesis e Yes con Rannap e le sue tastiere assoluti protagonisti. "Sünd" è il pezzo più complesso con parti vocali stratificate che si rincorrono e continui cambiamenti. "Ühesväikseslinnas" è il loro cavallo di battaglia e anche l'unica registrazione reperibile anche su altre raccolte. Una ballata rock raffinata, intensa ed emozionante ancora oggi programmata dalle radio estoni. "Edasijõudnudinimine" è un'altra goduria che inizia con Tonu Tormis davvero scatenato, per poi far aizzare le due tastiere e il fagotto.
I Noor Eesti si sciolsero nel 1980 dopo aver registrato una dozzina di brani (che speriamo di poter sentire tutti, prima o poi) quando Rannap andò a studiare al conservatorio di Mosca.
Una volta tornato si presentò da Kadajas con tre nuove canzoni. Canzoni che troviamo appunto alla fine di questo primo CD.
Purtroppo i Noor Eesti fanno parte del passato, così come lo spirito avventuroso che li contraddistingueva. Ad ogni modo la classe dei due musicisti rimane intatta. “Allik” e “Kanarbik” sono due ballad, sempre molto raffinate, sulla falsa riga di "Ühesväikseslinnas". “Tühjadraamid” è un po’ Yes un po’ Asia.
Il lato due inizia subito con due botti! Due cantate per gruppo e coro di 21 minuti. Il gruppo in buona parte è costituito dai Ruja. Entrambe le composizioni sono suonate dal vivo ed inedite in queste versioni. In un cd del 2009 le ritroviamo con tutt'altri musicisti ad eseguirle. Il primo, "Ilusmaa" (la bella nazione), è un inno all’indipendenza estone. Il carattere patriottico del brano lo sovraccarica un po' di sentimenti col rischio di farlo diventare un po’ pacchiano. Rischio quasi completamente scongiurato grazie alle capacità interpretative della band, cosa che invece non accade nell'edizione del 2009. Alla fine il pezzo è un po’ discontinuo, ripetitivo e leggermente pretenzioso: sicuramente troppe parte cantate (alla fine è una cantata, che altro possiamo aspettarci?), ciò nonostante sa essere coinvolgente e appassionante e, tra alti e bassi, ci sono momenti di pura goduria progressive, con parti di coro e gruppo quasi magmiane.
L'altra cantata, "Sõõmõhku", cade più o meno negli stessi pregi e difetti di "Ilusmaa", ma con più chitarra e una Ain Varts sugli scudi. Ha un impostazione più rock, meno ripetitiva e raggiunge momenti d'intensità lirica unici.
I brani rimanenti, pur rimanendo piacevoli, non possono certo definirsi essenziali. Sullo stile Ruja il pezzo con Alender "Eks sa vaata". Molto più commerciale e decisamente trascurabile "Kannatus", del 1971, cantata da Valdo Randpere, il quale, dopo una fortunata carriera da cantante, si è dato con successo alla politica.
Arrivano poi 4 pezzi con Andres Ots, attore-cantante molto famoso in Estonia. Pezzi carini, tra un folk dolce e delicato, vagamente psych e comedy rock istrionico e divertente. Si chiude con una ballata strumentale estremamente melodica per tastiere e sax con Lembit Saarsalu che aveva affiancato Rannap anche negli Hoim. Un pezzo un po' ruffiano ma ad ogni modo notevole piacevole che chiude degnamente questo doppio CD.
Come linea di principio non sono mai stato un amante delle raccolte, in particolare raccolte di artisti vari, ma valutato il contesto e visto che quasi tutto il materiale su questo album è introvabile altrimenti, "Varajasedlaulud (rock)" è un disco assolutamente da possedere. É uno spaccato credibile e veritiero della scena rock estone. Una scena rock che, per nostra fortuna, è abbastanza progressive!
Una scena che merita indubbiamente di essere approfondita e questo album è un consigliatissimo primo passo per addentarcisi. Un doppio CD che testimonia l’entusiasmante percorso artistico, all’interno del rock, di un grandissimo musicista. Un musicista che ha avuto la sola sfortuna di vivere in un contesto geopolitico avverso per poter essere apprezzato pienamente per tutto il suo immenso talento che fa della ecletticità e dell'abilità nello scrivere bellissime melodie il suo punto di forza! Non può che far male pensare a quanto poco sia rimasto di gruppi di classe cosi cristallina come Noor Eesti, Hoim e Ruja... quindi mi raccomando, quel poco rimasto non lasciatevelo scappare!



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Francesco Inglima

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