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REALE ACCADEMIA DI MUSICA Angeli mutanti M.P. & Records 2018 ITA

Dopo la ben conosciuta coppia di album usciti negli anni ’70, la sigla Reale Accademia di Musica era riapparsa di recente con l’uscita di alcuni album magari dignitosi ma certamente non memorabili. Di recente il chitarrista originale Pericle Sponzilli, che già era uscito dal gruppo all’indomani del primo LP, ha deciso di recuperare egli stesso il prestigioso nome, radunando accanto a sé musicisti di esperienza e con curriculum di tutto rispetto, a cominciare dal tastierista e fondatore degli Stadio, ma altresì con una importante carriera solista, Fabio Liberatori, proseguendo con la cantante Erika Savastani (la quale peraltro alcuni anni fa aveva pubblicato con la sua vecchia band, i Deserto Rosso, una sorta di tributo al Prog degli anni ’70… proponendo tra gli altri proprio un brano della Reale Accademia di Musica), il batterista Andy Bartolucci (transitato anche nella Nuova Raccomandata Ricevuta di Ritorno) e il bassista Fabio Frascini.
Chi si volesse aspettare da questo nuovo lavoro qualcosa di simile o strettamente connesso al primo album della RAM del 1972 rimarrebbe certamente deluso ma questo sarebbe imputabile unicamente alla sua dabbenaggine, viste le premesse. Si tratta a tutti gli effetti di una band tutta nuova, con idee musicali rispettose certamente del passato ma non ad esso eccessivamente debitrici. Queste 10 canzoni hanno in prevalenza connotati di un pop di classe, sconfinante spesso e volentieri in un rock, con sporadici accenni funky e blues, ben modulato e ben orchestrato, con armonie elaborate e suoni che ben riempiono gli spazi. Il cantato è appannaggio parimenti di Sponzilli e della Savastani, talvolta in coro o alternandosi anche all’interno della stessa frase musicale.
Dietro a tutto… o anche davanti, in qualche episodio, ci sono le tastiere di Liberatori, ben presenti e non certo di contorno o con funzioni di tappeto musicale. Il tastierista firma anche uno dei brani (gli altri sono di Sponzilli), ovvero “Tempo”, un excursus decisamente in chiave Prog in cui la voce di Erika si muove cautamente su un brano dominato dalle tastiere, un po’ a metà strada tra EL&P e Banco. Ma anche nei brani dalle forme più pop possiamo sempre gustarci le sue armonie che, assieme all’ispirazione e al carisma di Sponzilli, sembrano veramente il perno su cui si regge la musica di questa band.
Lo ammetto… questo disco mi piace molto. Il pressoché costante equilibrio tra caratteristiche apparentemente easy listening, alternative rock e spunti più accostabili al Prog, lungi dal costituire il classico polpettone indigeribile, riesce invece a mantenere un bell’equilibrio e a sorprenderci costantemente nell’avventura di quest’ascolto.



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Alberto Nucci

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