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SIXNORTH I'm here in my heart Stream Line 2000 JAP

Dal Giappone sembrano provenire due tendenze musicali contrastanti, a prescindere da troppo rigidi discorsi di genere: da un lato vi sono i pedissequi scopiazzatori, fin troppo calligrafici e privi d'anima, che sono poi, ahimè, la maggioranza; per contro, forse proprio come reazione a tale tendenza, abbiamo eccitanti ensembles (vedi i Ruins) che ricercano vie espressive nuove ed originali. I 6-North fanno fortunatamente parte della seconda categoria. Capitanati dal bassista e compositore Hideyuki Shima, si inoltrano con caparbietà in territori forse non del tutto vergini, ma comunque anticonvenzionali il giusto. Dopo un preludio costituito dalla rielaborazione di un pezzo tradizionale giapponese, atmosferico ma già straniante, nella title-track emerge chiara l'impronta avanguardistica, col basso e il sax a menar le danze, accompagnati poi da un'ottima chitarra e dal pianoforte. Numi tutelari appaiono verosimilmente i Magma e, per estensione, certa Zeuhl music à la Univers Zero sfrondata però dagli accenti troppo claustrofobici. Sulla stessa falsariga "Silence, Darkness" con i suoi dialoghi solistici ancora fra sax e piano, supportati da una base ritmica molto vivace. Il tutto non risulta mai cacofonico ma, al contrario, piacevole all'ascolto: non è poco, visto il difficile genere praticato. Per trovare dei pezzi cantati è necessario scollinare la metà del CD, laddove si incontra l'accoppiata "Circular Pinx" e "Speakless" (che, appunto, non tiene fede al titolo...), in cui il pianoforte tratteggia atmosfere di jazz più classico. I vocalizzi femminili inseriti sono ben fatti, nulla a che vedere con le stridule vocine tipiche di troppi dischi giapponesi, che giustamente noi occidentali aborriamo. Rimarchevole anche "Kundabuffer": un paio di ripieni citano dappresso gli ultimi Deus Ex Machina, senza però smarrire l'attenzione per la melodia. Si astengano i fans del solo prog romantico; via libera per tutti gli altri, in particolare per gli estimatori dei King Crimson sperimentali, degli Höyry-Kone e della label Tzadik.

 

Francesco Fabbri

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