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SALEM Salem autoprod. 1995 CAN

L'inverno è ormai alle porte, e fra le poche cose che riusciranno a tener lontano il freddo, possiamo benissimo annoverare anche il caldo sound creato da questo nuovo gruppo canadese. Il problema principale per certi ascoltatori sarà allo stesso tempo il pregio più rilevante per molti altri: il tributo pagato dai SALEM ai Jethro Tull si spinge al di là del semplice riconoscimento. Già mi immagino il cantante nonché chitarrista e flautista, saltellare con fare menestrellante sul palco, soffiando nel suo flauto traverso su una gamba sola. Fantasticherie personali a parte, il verdetto del lettore CD è inequivocabile: in molti dei brani presenti su questo disco si nota un'inequivocabile somiglianza con i Jethro Tull. Ad esempio il terzo brano "Magie Tool" vive dei momenti che sembrano appartenuti a "Songs from the wood" pur con un buon tocco di modernità, in "Charles the IIIrd" i ceselli di chitarra acustica e un flauto decisamente aggressivo riportano alla mente alcuni brani di "Minstrel in the gallery" e comunque la voce del cantante Simon La Pointe è evocativa quanto basta per ricordare i tempi d'oro del folletto Ian Anderson. A parte le similitudini melodiche, anche la composizione della band rievoca in parte la strumentazione usata dai Tull: due violinisti, due chitarristi che alternano in egual misura chitarre elettriche e acustiche, un tastierista che attinge a piene mani dal sound dei 70s, il cantante-flautista, ecc. Da non trascurare comunque il buon impegno personale del gruppo nell'ottenere melodie caratterizzate ora da atmosfere folk ora da qualche energica idea rock. Si prenda ad esempio il melodico "The eagle (Mélopée)" o l'energico "Monastery" che hanno oltretutto le caratteristiche di poter raggiungere anche un pubblico più vasto di quello strettamente progressivo, e non per una loro commercialità-banalità, quanto per una loro qualità melodica e strumentale. Qualitativamente il lavoro non si discute: un'ottima registrazione accompagnata da un eccellente lavoro esecutivo collocano questa produzione ben al di sopra della media a cui siamo abituati. Se c'è qualcosa da rimproverare a questo bravo e numeroso gruppo di ben otto elementi è di aver realizzato un lavoro un po' breve (appena 33') e quello di aver talvolta adoperato idee... protette da. copyright o quasi! Ma quest'ultimo, lo sappiamo, per molti costituisce un grosso pregio...

 

Giovanni Baldi

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