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SACKA Lontano nel tempo (se possibile) autoprod./Kaliphonia 1999 ITA

Si sono fatti conoscere partecipando al Progfestival di Vigevano del 2000, ma per il resto non molti hanno parlato di questo gruppo piemontese il cui nome, in russo, significa retino per farfalle. Strano, perché il loro album è uscito già da un po' ed è piuttosto valido, gradevole musicalmente e non banale nella sua struttura e nelle sue tematiche. "Lontano nel tempo (se possibile)" giunge un po' a coronamento di un'attività decennale (il gruppo si forma nel 1989) e rappresenta un manifesto di ciò che sono i Sacka, offrendo 9 composizioni musicali e 8 poesie che ad esse si alternano, raccontando, tutte insieme, l'una a fungere da supporto all'altra, una notte di sonno e sogni, mettendo così in scena un percorso frammentario in cui le pause fungono da trampolino di lancio per la musica. Quest'ultima è solidamente ancorata ai '70s, prendendo ispirazione dai soliti grossi nomi (specialmente la PFM) ma con un feeling spontaneo e sufficientemente personale, con un buon impatto scenico, tanto che non faticheremmo d immaginare il gruppo sul palco dei grandi raduni quali Villa Doria Pamphili o il Viareggio Pop; se così fosse veramente stato, i Sacka oggi rappresenterebbero un nome pressoché inamovibile della storia del pop italiano. Di certo l'anomala struttura del disco può comportare una certa difficoltà iniziale a nel digerire questo disco che forse molti apprezzerebbero di più se avesse una maggiore continuità; è solo questione di riuscire a penetrare nel modo giusto in un discorso artistico forse un po' spiazzante ma di certo meritevole di considerazione e di supporto.

 

Alberto Nucci

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