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SONIC PULSAR Playing the universe autoprod. 2003 POR

Debutto discografico per la band portoghese di Hugo Flores, artista con alle spalle una ben nutrita carriera solistica, il quale ha curato le parti cantate, i campionamenti della batteria, la produzione ed il missaggio, nonché suonato basso, chitarra e sintetizzatori. La band è completata da Carlos Mateus ai sintetizzatori. Vi sono rari casi in cui la batteria è campionata così bene da non far rimpiangere un drumming autentico, anche in rapporto al genere di musica proposto. Ebbene questo non è uno di quei casi: la prima cosa che assolutamente si nota, in maniera più che fastidiosa, è il drum sampling, cadenzato come un orologio svizzero e dalla timbrica assimilabile al tamburellare di una matita sul fondo di un bicchiere di cartone. Lo stile è molto vicino al progressive metal con ampi elementi di space rock ed ambient. Le canzoni sono di atmosfera e abbastanza curate per quel che riguarda la resa sonora. La voce di Hugo Flores, che si esprime in lingua anglosassone, è molto suadente e le canzoni sono piuttosto lineari e melodiche, con una grossa attenzione riposta nell’elaborazione delle atmosfere che sembrano spesso ispirarsi a remoti paesaggi stellari. E’ presente una certa voglia di sperimentare ma questa è comunque tenuta a freno entro gli angusti confini della fruibilità. Alcune tracce potrebbero in effetti ricordare i Simple Minds piuttosto che i Pink Floyd. Diciamo che le idee di fondo sono piuttosto buone, anche se necessitano di essere implementate ulteriormente.

 

Jessica Attene

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