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SELDON'S INQUISITOR Why not? M and M Music 2004 USA

Le note iniziali della traccia d'apertura di quest'album fanno balzare subito, e in modo clamoroso, alla mente gli Uriah Heep di "Very 'eavy...". E' solo questione di poco e il brano si trasforma prendendo le mosse di quello che è il genere principe dell'album, ovvero Progressive rock sinfonico dai chiari riferimenti anni '70. Interessante eh? Peccato che il brusco risveglio da questo sogno sinfonico ci è fornito da un cantato a dir poco disturbante e da strumentazione (con batteria elettronica tra l'altro) ed arrangiamenti talvolta poco convincenti, poveri di soluzioni e di pienezza. Se si eccettua tutto ciò, il disco non è male... prendetela pure come una battuta!
I Seldon's Inquisitor sono sostanzialmente un duo, del Massachussetts, composto da Patrick Connor (chitarre) e Steve Rego (basso e percussioni), integrato dal vocalist (e ce l'hanno pure chiamato apposta!) Alysoun Rich e dal mellotronista degli Eccentric Orbit, Bill Noland. I punti di forza dell'album (che è il terzo per questo duo) sono rappresentati dai suoni e dalle dinamiche tipicamente anni '70, con influenze Gentle Giant, con arrangiamenti che talvolta invece riescono a colpire il cuore, buon uso di chitarra acustica e tastiere e brani sufficientemente complessi (sei in totale, tre dei quali superano i 12 minuti). Il cantato riesce purtroppo a sciupare tutto quanto di buono viene fatto; anche la batteria elettronica non è sempre negativa all'orecchio, ma quando la voce cerca di raggiungere note alte o ha delle parti un po' più sforzate, sembra di ascoltare un gatto cui viene pestata la coda! Peccato... il disco ha sicuramente delle idee interessanti e qualche bella armonia; così com'è è un grande incompiuto che avrebbe beneficiato senza dubbio di qualche attimo di riflessione in più, prima di venir registrato.
Confidiamo che questo duo non si lasci scoraggiare perché comunque le basi per fare grandi cose ci sono.

 

Alberto Nucci

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