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STORMENTAL Stormental autoprod. 2006 BRA

Qual è la differenza che fa inserire un gruppo nel calderone prog o nel calderone metal?
Bravura tecnica? Composizioni articolate? Riff poco scontati?
Gli Stormental hanno tutte e tre queste caratteristiche, ma non credo che interesserebbero nessun amante del rock progressive.
I motivi potrebbero essere molteplici, uno su tutti l’assenza di un tastierista o di un altro chitarrista, che potrebbero rendere meno taglienti le composizioni, già di loro molto aggressive, di questo quartetto dello stato brasiliano di Santa Catarina.
Questo lavoro è piuttosto freddo come la regione (l’unica in Brasile dove può nevicare) da cui provengono.
In questo caso la bravura dei componenti, tutti sopra la media e con una buona padronanza di strumenti e voce, non riesce a convincere appieno.
Gli Stormental sono “solamente” una band power metal con un suono molto potente e tecnico. Quindi aspettatevi doppie casse a raffica, un bassista (bravissimo) che tiene in mano tutta la sezione ritmica, un chitarrista che si lancia in scale iperveloci e una voce più che decente.
I primi esempi che mi vengono in mente, per paragonare la loro musica, sono logicamente i connazionali Angra (soprattutto per le melodie), Gamma Ray e Helloween (per l’approccio alle canzoni), Watchtower e Spiral Architect (per il modo di comporre e di usare gli strumenti della sezione ritmica).
Questi quattro ragazzi peccano di originalità, cosa che in campo metal (e anche prog) è essenziale per emergere da una massa di gente che suona tutta nella stessa maniera.
Brani come "Stormental", "Rising" o "The Conquer", pur essendo costruiti in maniera impeccabile, restano piuttosto anonimi lasciando in bocca quel retrogusto già sentito che ti fa passare la voglia di risentirli.
Le qualità tecniche ci sono, si spera che con i lavori successivi riescano a trovare un suono più personale (anche lasciando più spazio alla melodia perchè no...) che gli permetta di mettere la loro impronta in un mondo musicale che è pieno di orme sulla sabbia che si cancellano con un’ondata.

 

Antonio Piacentini

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