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SHADES OF DAWN From dusk till dawn Musea 2007 GER

Dopo un gradevolissimo album realizzato nel 1998 ("The dawn of time") e passato sotto silenzio (almeno per quello che mi concerne… non ne ho mai letto in giro negli anni passati), gli Shades Of Dawn hanno continuato a vivacchiare fino ai primo anni del nuovo millennio, salvo poi soccombere alle avversità, non ultima quella della morte del bassista Wolfgang Schmidt. Questo CD che stiamo ascoltando rappresenta in un certo senso la rinascita del gruppo, passando per i suoi inizi per arrivare al presente, nonché ad un possibile futuro. Si tratta infatti di una collezione di brani risalenti ai primi anni di vita della band (1994 o giù di lì), con l'aggiunta di alcune canzoni registrate nel 2006 con la presenza di Edzard Schmidt al basso, figlio per l'appunto di Wolfgang. Con questo nuovo innesto pare infatti che la band voglia riprendere la sua attività.
Lo stile della band consiste nel più classico new Prog inglese, con tastiere stile primi Marillion, ritmiche spesso brillanti, atmosfere moderatamente complesse e un feeling -diciamo così- germanico che fa addirittura pensare talvolta agli Eloy. Il fatto però che si tratti essenzialmente di demos comporta una registrazione abbastanza scadente, condita da un cantato decisamente insufficiente; se a tutto aggiungiamo il fatto che le composizioni sono ancora molto ingenue e ben poco incisive, tanto che pare che la band talvolta non sappia dove sta andando, contorcendosi tra cambi di tempo, accelerazioni ed aperture melodiche senza apparente senso logico. Si riesce solo ad avvertire in nuce l'ispirazione che darà vita al già citato primo album della band. A tutto ciò aggiungiamo che le quattro tracce recenti (la prima del CD e le ultime tre) non sono in pratica nient'altro che brevi strumentali (tranne una), arriviamo ad essere decisamente delusi da quest'album, messo su con la speranza di ritrovare del buon new Prog teutonico (è raro ma esiste… e mi riferisco all'aggettivo "buon") che ci accompagnasse per un'oretta di ascolto gradevole. Pollice verso, invece… e speriamo che il nuovo corso della band riprenda da dove si era interrotto nell'ormai lontano '98.

 

Alberto Nucci

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