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SERRAS Ø Go' Danish Folk Music 2008 DAN

Attendevo con molto interesse l'uscita del nuovo album dei Serras: il precedente "Stand Clear…" era infatti un'opera bellissima che testimoniava il passaggio della band da un repertorio classicamente folk ad un approccio più personale basato sulla contaminazione fra i classici motivi della tradizione e approcci stilistici più moderni, con incursioni in ambito jazz, rock e prog. Questo "Ø", che non sarebbe altro che il termine danese per "isola", riesce a soddisfare tutte le mie aspettative e può essere visto come un perfezionamento ulteriore di "Stand Clear…". Le melodie principali sono sviluppate in gran parte dallo splendido violino di Harald Haugaard che intona motivi lentamente ripetitivi che ritornano di quando in quando con lo scorrere del pezzo. Ma non aspettatevi la classica musica su cui battere a tempo il piede e ballare sui tavoli: l'impatto dei pezzi è suggestivo e a tratti persino maestoso. Il linguaggio musicale è sì basato fondamentalmente sul folk ma l'uso degli strumenti elettrici fornisce una base rock e l'inserimento del sax apporta un tocco sofisticato e moderno. Le melodie sanno essere ampie e distese ma a tratti si percepisce un sentore nordico austero con echi crimsoniani, come se una nuvola nera coprisse improvvisamente la vostra giornata di sole, rinfrescando il timido calore della primavera… e questa è una musica che evoca fortemente immagini naturalistiche. Un bellissimo esempio è fornito da "Dødninge menuet", un pezzo che parte da arie tradizionali per trasformarsi in qualcosa dal taglio moderno ed elegante in cui sembra quasi di percepire qualcosa alla Anekdoten e riferimenti a Garbarek. Mi piace molto il modo in cui il gruppo riesce a mescolare sensazioni contrastanti nello stesso pezzo, partendo da melodie distese e solari che poi sono velate da lunghe ombre malinconiche. Molto bella è la delicatezza dei suoni che appaiono rotondi e carezzevoli e gli arrangiamenti semplici ma particolareggiati come nel bellissimo crescendo di "Københavns kanal", in cui gli elementi percussivi si fanno sempre più fitti, senza però prendere mai il sopravvento sulla melodia di fondo disegnata dalla chitarra arpeggiata, dal sax e dal violino. Un album fresco, maturo, elegante che rappresenta un must per gli amanti del folk rock.

 

Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

HARALD HAUGAARD Burning fields 2009 
SERRAS Stand clear of the closing doors, please 2004 

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