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SICKSHARKSINSPACE Sicksharksinspace Black Rills Records 2010 SVI

Direttamente dalla Svizzera arrivano gli squali malati nello spazio, con in dotazione basso, batteria e due chitarre. Si presentano con l’omonimo album del loro esordio. Parte un primo riff di chitarra e rendono subito palese ogni loro intenzione: servendosi di linee melodiche che si ripetono quasi all'infinito, come spirali inesorabili che penetrano dentro noi ascoltatori, ci trasportano nello spazio siderale più profondo, tra vortici psichedelici e un piacevole effluvio di krauti.
Non c'è niente di nuovo sotto il sole... o meglio, tra le stelle del cosmo, ma questo debutto dei Sicksharksinspace per la Black Rills Records è sicuramente un album solido di verace krautrock psichedelico. Forse un po’ monocorde… ma suonato alla grande! Le idee, in realtà pochine, sono tutte sviluppate in maniera impeccabile, puntando principalmente sulla ricerca di sonorità accattivanti e coinvolgenti, piuttosto che su una ricchezza compositiva. Bisogna dire che raggiungono il loro fine.
La loro musica, sempre strumentale, ha un andamento piacevolmente lineare: è incentrata quasi esclusivamente sui granitici loop, spesso molto distorti, forgiati dai chitarristi Beetschen o Berger e dal bassista Mader. Su questi loop spesso a turno i due chitarristi disegnano con le corde del proprio strumento traiettorie astrali. A tutto ciò si aggiunge un ammirevole lavoro alla batteria di Defornè che in più di un’occasione è il perno portante nella struttura del brano. Il risultato finale è un groove ipnotico… ossessivo. Tanto ossessivo da apparire in qualche caso un po’ ripetitivo, ma essenziale e senza troppi fronzoli, e che in alcuni punti si potrebbe definire quasi Zeuhl.
Nulla da aggiungere quindi. Gli squali pur fluttuando nello spazio, guardano esclusivamente al passato, riproponendo con filologica dovizia sonorità e atmosfere di anni addietro. Psichedelia, hard prog e space-rock sono miscelati sapientemente, una vera goduria per tutti gli amanti di tali generi. Un disco immediato, il cui ascolto è propedeutico per ripulire la mente dalle scorie di musiche alle volte troppo prolisse e autocelebrative.


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Francesco Inglima

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