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STARSABOUT Longing for home Progressive Promotion Records 2017 POL

Dopo il buon debutto sulla lunga distanza di “Halflights” i polacchi Starsabout decidono per il nuovo album di puntare su un prodotto all’insegna della continuità stilistica. Bastano pochi secondi dell’incipit “Blue caress” per capire che nulla è cambiato rispetto al predecessore e possiamo così ascoltare un brano intriso di malinconia, dall’andamento trasognato e su ritmi compassati. Anche in questa occasione viene facile il pensiero ai primi Porcupine Tree e alle loro derive floydiane. Eppure, quando parliamo di continuità stilistica non vuol per forza dire che siamo di fronte ad una copia carbone del lavoro con cui abbiamo conosciuto la band. Pur non discostandosi da certe coordinate ben individuabili, gli Starsabout, infatti, con “Longing for home” sembrano ben più di un pelo più diretti e melodici. A dimostrazione abbiamo la seconda traccia “Longing for home”, che, mantiene sì un’atmosfera non dissimile da quella in cui ci siamo immersi subito, ma che si mostra anche un po’ più melensa e ci ricorda i Marillion hogarthiani più sdolcinati (roba alla “No one can”, per intenderci). Si prosegue più o meno con quest’alternanza, affrontando composizioni dinamiche e/o di ampio respiro che sembrano uscire dal catalogo della Kscope, sulla scia delle varie collaborazioni di Steven Wilson, nonché di Anathema e Nosound, per capirci, come “Cry me no tears”, “Stay” e “Million light years”, ed altre più in vena di un pop-rock romantico e caramelloso (“Hourglass”, caratterizzata anche da piacevoli pennellate di chitarra acustica, “I will never” e “Thief”, un curioso abbinamento tra corrieri cosmici e Cocteau Twins). Anche in quei pezzi apparentemente più strutturati, sembra però che manchi qualcosa; in alcuni frangenti si ha l’impressione che i ritornelli reiterati e le parti strumentali siano forzati e prolungati come fossero riempitivi per arrivare a certi minutaggi. Ed è un peccato perché la musica globalmente è valida e suggestiva e con qualche accorgimento in più, con un po’ di fantasia, si poteva migliorare quanto fatto con “Halflights”. Non ci sentiamo, tuttavia, di bollare con un’insufficienza “Longing for home”, che mostra una band ancora in salute, ma in leggera parabola discendente. Volendo sintetizzare con un voto, scegliamo un 7-, con qualche rimpianto.



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Peppe Di Spirito

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STARSABOUT Halflights 2016 (Progressive Promotion Records 2017) 

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