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IL TRONO DEI RICORDI Il trono dei ricordi The Laser's Edge 1994 ITA

Vorrei richiamare subito la vostra attenzione su quella che pare essere una delle più grandi rivelazioni in campo progressivo di questi ultimi anni. Il CD, inizialmente registrato nel luglio 93, nacque come un lavoro esclusivamente strumentale ma, dato che la Laser's Edge tardò la pubblicazione e il gruppo nel frattempo acquisì un cantante in pianta stabile (al secolo Alberto Mugnaini), si decise per modificare quella che era l'idea iniziale, rientrando in studio di registrazione per rimixare e reincidere alcune parti, in modo da adattare i brani al cantato. Il risultato è stato eccellente.

Spetta a "The king of memories" il compito di introdurre l'inesperto ascoltatore all'interno delle splendide melodie create da questo quintetto. Un brano che sprigiona un'incontenibile energia, caratterizzato da un incedere epico dal quale emergono imperiose le onnipresenti keyboards, suonate con incredibile maestria da Alessandro Lamuraglia, la cui leadership sonora è stata in parte ridimensionata dalla presenza del cantato ma il cui peso si fa sentire in modo inequivocabile nell'economia generale del brano. Bisogna infatti specificare che, nelle intenzioni iniziali della band, le tastiere dovevano rappresentare lo strumento leader, ed i pezzi, di conseguenza, erano costruiti con un criterio differente da quello che poi si è reso necessario con l'inserimento di Mugnaini alla voce. Quest'ultimo, pur avendo fatto un ottimo lavoro inserendo delle parti vocali (tratte da poesie dell'inglese William Blake) sui precedenti strumentali, non ha potuto eliminare alcune inevitabili "incompatibilità" con le keyboards molto spesso protagoniste. Tale presunto difetto non risulta infatti dal successivo "A memorable fancy". dotato di una carica emotiva travolgente, che viene alla luce già come brano cantato. Nel terzo brano, "On the rising sun", è impossibile non notare un bell'hammond (pienamente valorizzato dall'amplificatore Leslie) testimonianza esplicita della continua ricerca di un perfetto equilibrio sonoro. Uno dei principali meriti della band è infatti quello di avere avuto un ottimo gusto nella scelta di timbriche e suoni cosa necessaria e, purtroppo, non sempre ottenuta da parte di molti gruppi. Ma eccoci a quello che ritengo essere un brano per il quale la parola capolavoro non calza poi così male: il conclusivo "Visions of the daughters of Albion" già presente sul demo, pubblicato in passato dalla band, col differente titolo di "Maschera nel buio". E' questo "Visions" che forse meglio rappresenta il sound e le idee della band. Un pezzo trascinante, con improvvisi stacchi medioevaleggianti alternati a grintosi riff di chitarra (ottimamente suonata da Paolo Lamuraglia e, complessivamente poco sfruttata nell'intero lavoro), dove emerge una sezione ritmica possente che risente dell'esperienza di Erik Landley (ex-DEATH SS).

Due gli ospiti presenti sul CD: Fabrizio Morganti alla batteria (che sostituisce per questo CD Stefano Cupertino) e Francesco Bocciardi al bouzouki. In definitiva un ottimo lavoro con un propria forte personalità, che vede nel prog dei '70s il principale punto di riferimento con vaghi echi di Wakeman e del ROVESCIO DELLA MEDAGLIA di "Contaminazione". Da non perdere.

 

Giovanni Baldi

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