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TRILOGY Here it is Caïn 1980 (Musea 1993) GER

Se la vostra voglia di rock sinfonico non si è ancora soddisfatta, ecco pronti i teutonici TRILOGY per tentare di calmare definitivamente i vostri appetiti musicali. Continuatori in patria dell'opera intrapresa nei mid-seventies dai sopracitati TRIUMVIRAT i TRILOGY (chissà dove avranno preso questo nome...) realizzarono agli albori degli anni ottanta un pregevolissimo album di keyboard-rock, la cui esistenza -lo riconosco- ignoravo fino a poco tempo fa. Pur privilegiando, all'interno dell'inesauribile panorama musicale tedesco, i gruppi di matrice hard rock e hard progressive (chi mi conosce sa del mio infinito amore verso gruppi inestimabili quali WIND, JANE, ZARATHUSTRA, LUCIFER'S FRIEND, NECRONOMICON e molti altri) non posso tare a meno di ammettere l'assoluta bontà dell'opera dei TRILOGY, un raffinato progressive certamente debitore dei maestri EL&P, ma risolto in maniera sufficientemente originale, essendo tale l'influenza primaria stemperata da quelle -meno evidenti- dei conterranei WALLENSTEIN ed ELOY. Proprio questi ultimi sono riecheggiati nel piatto forte dell'LP, vale a dire la suite "Crowded", una pièce di classic rock dalle percettibili suggestioni cosmiche, dove i due tastieristi Jochen Kristein e Guido Harding innalzano un formidabile "wall of sound" organistico, egregiamente spalleggiati -com'è d'altronde tradizione nei gruppi tedeschi- da una robusta sezione ritmica, formata dal bassista Ludger Samson e dal drummer Martin Breuer. Il chitarrista Detlev Deeken, come si può ben immaginare, risulta parecchio sacrificato nell'arco dell'intero lavoro (sei brani strumentali più una bonus track), ma quando ha l'occasione di mettersi in mostra lo fa con grande buon gusto e perizia, come nell'opener "Venice", i cui eleganti arpeggi acustici aprono magnificamente questo eccellente album. I fanatici delle tastiere ad oltranza sono avvisati, questo disco è pane per i loro denti.

 

Massimo Costa

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