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TWELFTH NIGHT Collectors item Food For Thought 1991 UK

Eccomi qua a raccontarvi la storia di una truffa, ovvero: come rimediare un po' di quattrini sfruttando la pur limitata fama che un gruppo ha saputo crearsi, soprattutto dopo il suo scioglimento? E poi: come sfruttare il fatto che i dischi di questo gruppo (a parte l'ultimo, che non vuole nessuno) siano pressoché irreperibili sul mercato? La risposta a questi quiz ce la danno i Twelfth Night o meglio l'etichetta Food For Thought (distribuita dalla Music For Nations): pubblicare un'antologia commemorativa con tanto di commenti alle varie canzoni da parte dei musicisti, aggiungere un paio di inediti e un paio di versioni diverse di pezzi già usciti su album (e fin qui... nulla da dire), indi diversificare la scelta dei brani della versione CD da quella della versione LP, tanto da costringere i veri amatori ad acquistare entrambi i formati. Non è finita: una volta sfruttato il mercato interessato a questa antologia, pubblicare le ristampe degli LP introvabili, magari con qualche bonus-track, che non guasta mai.
Scusate lo sfogo, ma non chiamereste voi truffa una cosa del genere?
Bene... agli appassionati che si siano trovati nel dilemma sull'acquisto delle due diverse versioni dell'antologia, dirò semplicemente di optare per il CD, avendo questo, in meno del vinile, solo la versione live di "Creepshow" ("Für Helene", "The ceiling speaks" e "Last song", gli altri pezzi in più della versione LP, sono uguali alle versioni da album, quindi non si perde nulla). Per coloro che non possiedono il lettore ottico, non è il caso di disperarsi, comunque: praticamente si perderanno solo "Blondon fair", un inedito cantato da Andy Sears che, rispetto alla primissima versione di questo brano, intitolata "Deep in the heartland", ha perso non poco. A parte tutto ciò, "Collectors item" meriterebbe l'acquisto (LP o CD che sia) solo per la presenza di due canzoni: la lunghissima ed inedita "The collector" e "Love song", entrambe registrate durante una momentanea reunion, con Geoff Mann, del 1988. La prima è una delle opere magne dei Twelfth Night, molto frastagliata e forse un po' inferiore qualitativamente rispetto a "Sequences", ma tuttavia sempre un capolavoro da ascoltare e riascoltare; la seconda, già presente sull'album "Fact and fiction", mi ha messo veramente in crisi. Fa veramente un certo effetto risentirla cantata da Geoff con la sua voce attuale e fa rimpiangere, una volta di più, il prematuro scioglimento di questa fantastica band.

 

Alberto Nucci

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