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TIME AND TIDE The water edge Time And Tide 2004 USA

Negli ultimi anni la scena prog sembra invasa da cloni e rivisitazioni più o meno azzeccate di Dream Theater, Queensryche e gruppi similari. E indovinate un po’? Secondo voi come suonano i Time and Tide? Ok… avete indovinato, ma non vincete nulla, mi dispiace… troppo facile. Sta di fatto che tutte le volte che mi ritrovo a dover recensire un cd come questo The Water Edge, mi trovo costretto a spegnere il cervello per la porzione emozioni, perché immancabilmente la prima sensazione che mi assale è legata ad una noia pazzesca. Tutto già sentito, tutto già stra-sentito, niente di nuovo. Insomma queste cose i Queensryche le hanno fatte in “Operation: Mindcrime” e se vogliamo alcune cose le hanno già sperimentate i Rush nel 1978. Cosa si può aggiungere allora a questo filone del prog così tanto (evidentemente) richiesto, se non una ripetizione di stilemi con un derivativismo (passatemi il neologismo) portato all’estremo. Vabbè, passo oltre.
I Time and Tide ci popongono un metal-prog epico, in un funambolico incrocio tra Dream Theater, Savatage e Fates Warning. La melodia la fa da padrona, con assoli di chitarra spesso pregevoli in termini di esecuzione, una tastiera che spesso crea atmosfere sinfoniche supportate da una sezione ritmica solida e compatta. Basta questo e una suite (“Pilot”) di 30 minuti e rotti per fare un disco di prog (e dico solo di prog, lasciando perdere poi l’aggettivo ‘buon’)? Secondo me no. E i Time and Tide lo dimostrano.
Ancora una volta un cd sul confine tra metal-prog (e notare che scrivo metal-prog e non prog-metal) e metal che potrà piacere a chi con questo genere vive giornalmente. Finché poi non ci si stuferà definitivamente.

 

Marco Del Corno

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