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GEOFF TYSON Slow mad descent autoprod. 2007 USA

Una nuova frontiera per il mercato discografico? La propone Geoff Tyson, chitarrista americano di discreta bravura, che dopo esperienze in varie rock-band, si lancia nell’avventura solista con “Slow mad descent”. La particolarità di questo lavoro sta innanzitutto nel tentativo di aggirare i classici modi di usufruire della musica. Per dirla in parole povere, o, meglio, nelle parole dello stesso Geoff, questo musicista ha inventato un modo per dire “fuck you” all’industria discografica. Dal suo sito, in pratica, è possibile scaricare un’applicazione denominata “TysonApp”, simile ad un videogioco e che in pratica funge da “booklet animato”, che permette di ascoltare musica, leggere i testi, vedere video, ricevere lezioni di chitarra, scaricare screen-saver e suonerie, visualizzare informazioni varie ecc. Geoff sembra convinto di quello che fa e invita tutti a testare la bontà dell’operazione dal suo sito www.geofftyson.com. Passando ora a concentrarci sulla musica, anche questa può essere introdotta con le parole dello stesso Tyson, che la definisce come “Prince meets Pink Floyd”. Accostamento azzardato, certo; forse anche un po’ presuntuoso. Bisogna però ammettere che il chitarrista talento ne ha e riesce veramente ad unire lo spirito funky americano ad un guitar-playing tipicamente rock e che può avvicinarsi anche alla psichedelia floydiana e al progressive. Altre peculiarità: suono pulito, piacevoli melodie e parti strumentali in cui emerge una certa tecnica, unita al tentativo di unire feeling e ricerca musicale. Il prodotto è buono ed estremamente professionale, merito anche di una produzione accurata. Non che lasci grandissimi segni, ma “Slow mad descent” è un disco che si fa ascoltare, piacevole, scorrevole… Ora è da vedere se la strada intrapresa da Geoff porterà i suoi frutti.

 

Peppe di Spirito

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