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TENEBRAE Memorie nascoste autoprod. 2009 ITA

Se dovessi dare un giudizio sulla base della cura con la quale i Tenebrae presentano il proprio album, questo sarebbe senz’altro positivo. Al bel digipack confezionato con una grafica dall’aspetto professionale si accompagna un albo a fumetti in formato 30 x 19, realizzato con una tecnica integrante disegno al tratto e pittura in un mix che rende bene l’atmosfera del concept raccontato nei testi di “Memorie Nascoste”. Considerando che si tratta di un’autoproduzione, non si può far altro che complimentarsi con la band (per buona misura, è presente anche un adesivo riportante il logo del gruppo). Forse è anche per questo che la delusione che ho provato ascoltando la musica mi ha spiazzato più del normale, tradendo quelle che si sono rivelate solo false aspettative.
“Memorie Nascoste” è fondamentalmente un disco di metal inzuppato in arrangiamenti che si sforzano di essere creativi, con una struttura basilare dei brani adeguatamente studiata ma affossata da una produzione non eccelsa e da una certa pretenziosità di originalità e ricercatezza che non giustifica la definizione di Art-Rock che la band si autoattribuisce.
L’atmosfera generale è oscura, quasi gotica, e riesce bene nel rappresentare la sensazione di disperazione che traspare dal racconto. I brani procedono tra pesanti riff di chitarra alternati ad arpeggi e interventi di tastiere abbastanza semplici, con un suono di basso che in alcuni momenti può ricordare quello di Steve Harris (una delle influenze del gruppo a mio avviso è rappresentata proprio dagli Iron Maiden). La voce di Davide Faudella è molto teatrale e interpreta i brani con convinzione, passando da parti recitate ad altre urlate con rabbia, pur non brillando per originalità e tono. Difficile trovare dei brani che spiccano nella probabilmente voluta omogeneità generale; si ha la sensazione che “Coprimi di nero”, “Tracce di te” e la lunga “Eclissi” (la traccia più varia del disco), se curate meglio nei suoni e negli arrangiamenti avrebbero potuto fare la differenza, mentre il pezzo più riuscito a mio parere è il conclusivo “Memorie nascoste”.
Ho l’impressione che i Tenebrae rendano maggiore giustizia alla propria musica suonando dal vivo, rimediando probabilmente con la potenza e il coinvolgimento ai difetti presenti nell’album. Paradossalmente, ascoltando il disco, infatti, si ha l’impressione che arrangiamenti più asciutti e ruvidi avrebbero valorizzato maggiormente le composizioni, inserendole in un contesto metal più definito e probabilmente più interessante per un pubblico avvezzo ai suoni pesanti. Il risultato finale, per come è stato realizzato e per la qualità generale della musica, rappresenta solo un apprezzabile, ma non convincente, tentativo.


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Nicola Sulas

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