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THESE CURIOUS THOUGHTS Building mountains from the ground autoprod. 2012 UK/USA

C'erano una volta un americano e un inglese, che fecero un viaggio in Perù, scoprirono di avere interessi musicali comuni e decisero di fondare una band. É questa molto brevemente la storia di questa band transoceanica.
L'inglese, e più precisamente londinese, è Jamie Radford, autore di tutte le liriche. L'americano, di Detroit, è Sean Dunlop, cantante, musicista e compositore.
All’insolito duo di partenza si sono poi aggiunti il bassista Nate Shannon e il batterista Sean Nasery. La band si chiama "These Curious Thoughts". "Building Mountains From The Ground" è il loro terzo album.
La vena musicale è simile ai dischi precedenti, ovvero un pop-rock barocco, sfrontato e irrisorio, con chiare influenze progressive, psichedeliche e qualche immancabile sprazzo di Post Rock. Beatles, Zombie, Moody Blues, fino a giungere ai Talking Heads, Talk talk, DaveMatthews Band e REM, emergono a più riprese durante l’ascolto dell’album.
In questo contesto la band si muove con intelligenza e un po’ di sana ruffianeria: pur essendo abbastanza palesi tutti i loro debiti musicali, riescono a proporre un loro sound unico e molto personale. Musicalmente sono tutt’altro che sprovveduti e le canzoni, seppur tutte di breve durata e con un’evoluzione abbastanza canonica, riescono tutte ad avere ognuna una propria anima e a differenziarsi fra di loro.
Sean Dunlop evidenzia anche una certa passione verso le rock opera, infondendo alcuni brani di una certa teatralità e facendo largo uso di suoni orchestrali, senza mai risultare prolisso ed eccessivo. Il tutto è infarcito da tanta goliardica ironia e dal desiderio di far divertire l’ascoltatore.
L’analisi dell’album non può certò prescindere dalle liriche di Jamie Radford che sono parte integrante dell’album. Non banali e molto taglienti, sono un vero valore aggiunto e ben si combinano con la musica di Dunlop. Per chi comprende l’inglese rendono l’album ancora più intrigante e piacevole d’ascoltare.
Per concludere “Building Mountains From The Ground” è un prodotto ben riuscito. E’ sicuramente più rock e pop che progressive, ma possiede una sua ben distinta originalità, contraddistinta da una sana curiosità musicale e un’indole verso l’esplorazione di nuovi linguaggi sonori. Consigliato a tutti coloro che non sono succubi di sciocchi integralismi progressivi e sono vogliosi di ascolti un po’ più leggeri, ma comunque stuzzicanti.


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Francesco Inglima

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